A chi non è capitato mai di fare un test per misurare il proprio quoziente intellettivo. Si tratta di test che a volte non hanno nessuna validità scientifica, ma che comunque ci fanno capire se magari siamo propensi a ragionare per logica. Da qui appunto si misura poi il quoziente intellettivo di ciascuno di noi. Ci sono persone che ad esempio sono dotate di una intelligenza fuori dal comune, e che magari riescono ad apprendere nozioni in pochissimo tempo.
C’è chi grazie a queste caratteristiche riesce a fare carriera e ad imporsi nella società. Ma ci sono sicuramente altri modi per poter capire se una persona è intelligente o meno, e certamente per essere intelligenti non bisogna per forza essere dei cosiddetti “so tutti noi”. Anzi, questo spesso è sinonimo di arroganza. E ci sono tre parole che usa solitamente chi ha una intelligenza emotiva superiore a tutti gli altri, sono tre parole che tutti conosciamo ma che nessuno, o quasi, utilizza.
Solo 3 parole
Nella nostra vita spesso siamo abituati a fare i conti con dei fallimenti. Si tratta di eventi che segnano profondamente la nostra esistenza e per i quali ci sentiamo abbattuti. Ma il fallimento fa parte della vita e bisogna accettarlo, anche se non tutti sono pronti poi magari ad ammettere i propri errori che hanno portato a non raggiungere il traguardo sperato.
Le persone dotate di intelligenza emotiva sono capaci di dire queste tre parole e di capire per l’appunto che ogni esperienza della vita è avvolta da imprevisti, e che non sempre ci sono certezze. Anzi spesso ci sono più incertezze che certezze con le quali bisogna fare i conti. Una di queste parole era pronunciata anche dal filosofo greco Socrate.
Le tre parole che usa chi solitamente ha una intelligenza emotiva superiore alla media sono le seguenti: “Non lo so”, che appunto richiamano la citazione di Socrate che diceva “So di non sapere”. Non conoscere, appunto, non è sinonimo di ignoranza, ma anzi di intelligenza, in quanto in questa maniera l’individuo fa capire di non essere a conoscenza di qualcosa e quindi di volerne essere informato. Ammettendo la propria incapacità si chiede quindi l’aiuto degli altri e facendo ciò si imparano sempre cose nuove.