Il tempo scorre inesorabile e il giallo che ruota attorno alla scomparsa della piccola Kata, Kataleya Alvarez, dura da troppi mesi. E’ dal 10 giugno che della bimba peruviana di 5 anni, si sono perse le tracce dall’ex hotel Astor di Firenze. E’ da allora che i suoi genitori, gli inquirenti, i telespettatori che stanno seguendo il caso, si chiedono che fine abbia fatto.
Sin dalle primissime battute, la pista maggiormente accreditata nelle indagini è quella di sequestro di persona a scopo di estorsione, derivante, forse, dai i rapporti conflittuali tra gli occupati, s sfociati nei gravi delitti commessi nel periodo dell’occupazione abusiva dello stabile, tristemente noto per l’inizio del giallo di Kata.
Va precisato che alcuni stretti familiari della bambina, partendo dallo zio materno, arrestato lo scorso 5 agosto per il tentato omicidio di un occupante, sono risultati coinvolti in quei delitti e, come noto, sono state effettuate maxi ispezioni e perquisizioni nell’ex hotel, a caccia di possibili tracce della piccola.
La si è cercata nelle fosse biologiche, nelle intercapedini e nei controsoffitti, seppur invano. Se la pista su cui si concentrano gli inquirenti è quella del racket degli stanze, ci sono importanti novità. dal momento che le indagini avrebbero portato a ritenere interessanti una serie di immagini che riprenderebbero tre dei soggetti attenzionati uscire dall’albergo con un borsone e due trolley,
Che essi rappresentino la chiave di svolta nella risoluzione del caso della scomparsa della piccola Kata? Vediamo insieme cosa è emerso dall’analisi effettuata sui borsoni, nella seconda pagina del nostro articolo.