Scomparsa piccola Kata, i risultati delle analisi sui borsoni (2 / 2)

Le indagini attorno alla scomparsa di Kata proseguono senza sosta, anzi, siamo in una fase molto delicata, alla luce degli ultimissimi accertamenti che la procura ha commissionato al genetista Ugo Ricci, e su trolley e borsoni che erano stati sequestrati dopo che della minore si sono perse le tracce. Da diversi siti nazionali, in primis da Il Resto del Carlino, viene ricordato che questi borsoni erano in mano a due donne, cugine peruviane, e a un occupante rumeno, tutti e tre, attualmente, iscritti sul registro degli indagati.

Gli inquirenti non escludono che la minore sia stata portata via dall’ex hotel Astor, all’epoca dei fatti occupato abusivamente da decine di famiglie tra cui la sua, per essere occultata chissà dove, anche se i genitori di Kata continuano a sostenere che i parenti siano estranei al presunto rapimento a scopo estorsivo, ritenendo impossibile un coinvolgimento dei familiari nella scomparsa.

Dall’analisi dei borsoni non sono state rinvenute tracce ematiche riconducibili alla piccola, per cui non è questa la chiave per risolvere il mistero che ruota attorno a lei. Questo, però, non ferma le analisi sulla sostanza ematica isolata in una delle tre stanze dello stabile in cui Kataleya viveva, la numero 104 dello stabile, in cui avevano accesso anche i due zii,  uno materno e uno paterno.

Katherine Alvarez Vasquez, madre di Kata, come riportato da fanpage,it, continua ad additare Lidia, “l’amministratrice” delle famiglie rumene che occupavano lo stabile, oggi sgomberato, da cui ha inizio il giallo della minore, essendo fermamente convinta che sappia qualcosa, pur tenendosela per se. In questo scenario è spuntata una nuova testimone, che in diretta televisiva, a La Vita in Diretta, condotto da Alberto Matano su Rai 1, ha riconosciuto in Lidia la donna che avrebbe richiamato la piccola dentro il cortile dell’ex hotel Astor, proprio il 10 giugno.

Queste le parole della nuova testimone: “stavo correndo e mi sono fermata per riposarmi un po. Ho visto questa signora che ha chiamato la bambina dentro e poi ha chiuso il cancello”. Matano le ha chiesto se fosse Lidia, la donna ha detto: “Sì era lei, la bambina piangeva”, aggiungendo: “ha salito le scale ed è entrata direttamente in corridoio. La bambina non è scesa più giù. Lì dentro c’è un corridoio con le camere”, ha continuato la donna, che abita vicino all’ex hotel Astor.”I bambini avevano paura di lei, perché comandava tutto lei. Nessuno poteva uscire senza di lei, nemmeno i bambini”, per poi chiosare:” Lidia “era gelosa” che i peruviani affittavano le camere, “secondo me l’ha fatta scomparire lei”.   Il giallo della scomparsa di Kata continua ad essere fitto, intricato, mentre tutti continuano a sperare che la piccola sia viva, da qualche parte. Il tempo, purtroppo, non lo si può fermare e il 10 giugno sembra molto lontano.