La mattanza che ha scosso l’Italia continua a riservarci elementi, utili a ricostruire lo stato emotivo e psicologico di Ocone, reo confesso del delitto della moglie e del figlio 15enne. L’avvocato Giovanni Santoro, all’uscita dal penitenziario di Campobasso, dopo aver incontrato il suo assistito Salvatore Ocone, ha dichiarato ai giornalisti che lo attendevano: “Lui ancora non è in grado di elaborare la gravità di quello che ha commesso. Non ha una stabilità psichica. Non fa domande e ha lo sguardo fisso nel vuoto”.
Il legale, poi, ha aggiunto ulteriori particolari del suo incontro con Ocone, reo confesso del delitto della moglie, Elisa Polcino, del figlio 15enne , mentre la figlia è sopravvissuta.
Questo quanto dall’avvocato aggiunto: «Ho riferito io a lui del miglioramento delle condizioni della figlia e lui a quel punto ha pianto dicendo che era contento, però subito dopo sembrava fosse tornato in un atteggiamento imperscrutabile».
L’avvocato, interpellato dai cronisti che lo attendevano per estrapolare informazioni in merito all’incontro con il suo assistito, ha precisato che Ocone, nella sua fuga dalla Campania in Molise «non si è nemmeno reso conto che un figlio era deceduto e che la figlia era viva».
Attualmente, secondo l’avvocato, «si trova in uno stato confusionale, ha una condizione patologica caratterizzata da vuoti di memoria già preesistente, quindi spesso alcuni eventi li ha completamente dimenticati in virtù di questa patologia della quale soffre». Il legale ha concluso: «Ci sono profili patologici di natura psichiatrica che devono assolutamente essere approfonditi e soprattutto bisogna valutare se abbiano avuto una influenza particolare sulla capacità al momento della commissione dei reati». Ad oggi, nuovi elementi sottolineano quanto grave sia la vicenda che, di ora in ora, assume connotati sempre più macabri, sempre più inquietanti.