Intanto il tempo scorre inesorabile. Sono trascorsi 186 giorni dall’inizio delle atrocità ed ora un ennesimo pericolo terrorizza il mondo intero: quello della fuoriuscita di sostanze radioattive a Zaporizhzhia, nonostante i russi rassicurino, dicendo che i livelli delle radiazioni sono perfettamente nella norma.
Parlo della più grande centrale d’Europa e se la situazione dovesse precipitare ulteriormente, ci troveremmo di fronte ad un incidente nucleare tra i più disastrosi della storia. L’allarme sulla gravissima situazione in corso, che va ad aggiungersi alla conta dei morti e alla distruzione totale, è stato lanciato dall‘Energoatom, la società nazionale ucraina per la produzione di energia nucleare.
Mentre gli ucraini fanno un bilancio approssimativo di coloro che hanno perso la vita dall’inizio dell’invasione con numeri che fanno davvero accapponare la pelle, parlando di 377 bambini uccisi dall’inizio delle atrocità, 46.500 soldati russi caduti, e i corpi di 541 soldati ucraini restituiti dai russi, Mosca e Kiev si scambiano accuse reciproche per i ripetuti bombardamenti nella zona dell’impianto. A verificare come stanno realmente le cose sarà l’Aiea, ossia l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, attraverso una missione che accerterà quali sono i rischi reali, quantificandoli. Sono 14 i membri dell’Aiea cui spetterà accertare i livelli effettivi delle radiazioni e gli effetti che potrebbero generare.
La comunità internazionale, in queste ore, si sta attivando, sollecitando un intervento tempestivo dell’Aiea, tra i cui membri vi è anche un italiano, mentre il mondo, dopo aver appreso questa sconcertante notizia, è raggelato, inerme, di fronte all’ennesimo pericolo che incombe sulla terra, quello del bombardamento della centrale di Zaporizhzhia, che potrebbe essere ben peggiore di quanto accaduto con Chernobyl e Fukushima.
Mentre Volodymyr Zelensky ha promesso che “Gli invasori russi si dissiperanno come rugiada al sole”, Papa Bergoglio, nel corso del suo Angelus all’Aquila, ha pregato per il popolo ucraino e per le altre popolazioni che soffrono, invocando la Madonna affinché ottenga per il mondo intero il perdono e la pace, dicendo: “Il Dio della pace ravvivi nel cuore dei responsabili delle nazioni il senso umano e cristiano di pietà, di misericordia”. Un appello, quello del nostro Pontefice, che si spera non resti in sordina per scongiurare un pericolo catastrofico.