In Italia ci sono dei casi di conaca che destano l’attenzione della pubblica opinione anche a distanza di molti anni dai loro accadimenti. Storie che fanno davvero pensare a quanto la vita sia davvero una questione di attimi.
Quegli attimi che sicuramente i parenti di Francesco e Salvatore Pappalardi, Ciccio e Tore, i due fratelli che persero la vita a Gravina di Puglia, non dimenticheranno mai. Un episodio che ancora oggi segna nel profondo la piccola cittadina pugliesi.
Era il 5 giugno del 2008 quando i Vigili del Fuoco intervennero assieme ai soccorritori per estarre da una cisterna d’acqua piovana il piccolo Michele, un bambino che era caduto appunto nella cisterna per inseguire un pallone. Tutto accadde nella cosiddetta “casa delle cento stanze” un casolare abbandonato al centro del paese.
Lì i bambini alcune volte si recavano per esplorare, forse attratti anche da quell’aura di mistero che circonda da sempre quel casolare, un tempo villa di una nobile famiglia. Proprio vicino al piccolo Michele i soccorritori trovarono altri due corpi, ma per loro non vi era più nulla da fare.
E si trattava proprio di Ciccio e Tore. Grande fu lo sgomento in tutta Gravina e nell’Italia intera. Il padre venne inizialmente accusato di essere stato lui a togliere la vita ai fratellini, ma così non era, in quanto dopo il ritrovamento fu l’autopsia a fugare ogni dubbio: sui corpi dei piccoli non vi erano segni di abusi o violenze varie.
Ciccio perse la vita a causa di una emorragia causata dalla caduta. Tore, sceso nel pozzo per aiutare il fratellino, lo vegliò per diverse ore fino a quando non perì anche lui. Ma in queste ore sono arrivate nuove notizie sul caso in questione, andiamole a vedere nel dettaglio nella pagina successiva.