
L’attesa si è conclusa in quella mansarda a cui nessuno, fino a quel momento, aveva voluto credere. Tatiana Tramacere era lì, ed è stato il suo stesso padre a trovarla, portando a conclusione giorni di disperazione e frenesia. La giovane si trovava nell’abitazione di un conoscente, identificato poi come l’amico Dragos.
Una scoperta che ha immediatamente spostato l’attenzione dal semplice caso di scomparsa a un quadro ben più intricato.A prendere in mano le redini dell’indagine sono stati i Carabinieri di Nardò, chiamati a fare luce sulla dinamica dei fatti. La loro attenzione si è concentrata subito su un 30enne del posto.
L’uomo è stato ascoltato in caserma, chiamato a fornire una spiegazione completa e coerente della situazione, specie sul perché la giovane si trovasse nella sua proprietà, isolata da tutti, dopo giorni di ricerche. Le fonti investigative avevano parlato di un ultimo acceso litigio e di una risposta fornita dal 30enne in un momento precedente che era apparsa poco convincente agli inquirenti, poi invece si è capito nella serata di ieri che le cose sono andate in maniera molto diversa.

Per gli investigatori resta cruciale definire la natura del caso: chiarire se la permanenza della ragazza in quell’appartamento fosse stata frutto di una sua decisione autonoma oppure se vi siano gli estremi per parlare di un vero e proprio allontanamento forzato. Da quanto resta confermaro al momento pare che si sia trattato di un allontamento volontario. Il giallo di Nardò è concluso sul piano emotivo, ma sul fronte giudiziario, le indagini proseguono per attribuire le giuste responsabilità a una storia che ha tenuto il Salento con il fiato sospeso.
“Sto vivendo un Natale anticipato” – ha prosguito il padre di Tatiana molto emozionato parlando con i giornalisti.