Negli ultimi anni, quelli nefasti della pandemia, abbiamo avuto modo di ‘apprezzare’ i suoi continui annunci allarmistici in televisione. Il suo notorio pessimismo sulle vicende pandemiche, gli ha fatto guadagnare il titolo ironico di ‘Professor lockdown‘, visto il continuo appello a oltranza di questa misura restrittiva. Ultimamente si è espresso nuovamente sistuazione sanitaria italiana, continuando a dispensare brutte notizie.
Per il consulente del ministro Speranza, la pandemia non è ancora finita, perciò è troppo presto per abbandonare ogni tipo di cautela. A fronte ancora dei tanti decessi occorre tenere la situazione sotto controllo e non esagerare con le riaperture estive. Inoltre, la notizia spiacevole è che in ottica futura bisogna ancora fare una cosa: ecco le parole di Ricciardi.
Ecco cosa bisognerà fare
Nel corso di un’intervista a La Stampa, il professore di Igiene alla Cattolica è stato chiaro: non si può ancora ritenere tutto finito con 140 morti al giorno. Per questo motivo è ancora necessario proteggere i fragili mantenendo le mascherine anche al chiuso: “Sarebbe sbagliato pensare che sia tutto finito. Sarà così se staremo attenti, continuando a proteggerci, a monitorare i focolai epidemici oltre che a vaccinarci. Mentre vedo che la campagna si è arenata e che c’è un calo di attenzione, che fa togliere le mascherine al chiuso e frequentare locali affollati”.
Purtroppo, come precisa Ricciardi, la brutta notizia è che gli italiani saranno chiamati ancora una volta all’ennesima incombenza vaccinale: “Una dose di richiamo a ottobre dovremo farla tutti, auspicabilmente con i nuovi vaccini efficaci su una più vasta gamma di varianti. Ma intanto dobbiamo spingere la campagna per il secondo booster ad anziani e fragili che invece langue. Bisogna rassicurarli sul fatto che non c’è alcuna controindicazione nel fare più richiami nell’arco di un anno. I bambini arrivano a farne dieci senza problemi”. Infatti, proprio per questo, a suo dire sarebbe ancora fondamentale mantenere il green pass come incentivo alla vaccinazione.
Infine, sull’ultima terribile novità del diffondersi di queste epatite pediatriche, per il consulente di Speranza non c’è alcuna prova che vi sia una correlazione con il lockdown: “Non c’è alcuna evidenza scientifica a suo supporto. E poi le popolazioni europee, dove queste epatiti si stanno diffondendo, non hanno vissuto per anni sotto una campana di vetro da poter fare immaginare un indebolimento del loro sistema immunitario”.