Rexal Ford, ecco perché usava il falso nome Matteo Capozzi (2 / 2)

Francis Kaufmann, il 46enne americano accusato del delitto della bambina trovata a Villa Pamphili e dell’occultamento del corpo della madre, ha costruito negli anni una rete di identità false.

Arrivato in Italia lo scorso marzo da clandestino a bordo di un catamarano privato partito da Malta, nel nostro Paese si faceva chiamare Matteo Capozzi – l’ultimo di una serie di alias che include Rexal Ford, nome con cui viveva sull’isola maltese dal 2021.

Secondo le indagini, Kaufmann risulta celibe e senza figli all’anagrafe maltese. Ma testimoni lo descrivono in compagnia di una donna, chiamata “Stella”, e di una bambina, “Andromeda”. Alcuni residenti di Triq in-Nadur 78, suo ultimo indirizzo a La Valletta, ricordano di aver visto la coppia, anche se la donna appariva scura in volto.

Tuttavia, non ci sono tracce ufficiali del loro legame: nessun matrimonio registrato a Malta, nessun certificato di nascita per la piccola, forse venuta alla luce in casa.

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Kaufmann ha lasciato Malta a fine marzo noleggiando una barca, approdando in Sicilia e spostandosi poi a Roma il 3 aprile. Qui ha acquistato una SIM anonima, iniziando a cercare contatti.

Verso la fine del suo viaggio, Kaufmann ha scelto un alias tipicamente italiano, forse per mimetizzarsi meglio. Ma la scelta di “Matteo Capozzi” – nome usato anche sui social – potrebbe nascondere un legame con il nostro Paese ancora da scoprire. Le indagini continuano, mentre gli inquirenti cercano di ricostruire la vera identità di Stella e della piccola Andromeda, forse vittime di un gioco molto più grande.