Tra i faggi e i querceti di un angolo remoto dell’Abruzzo, dove l’aria ha il sapore di resina e libertà, l’esistenza scorreva secondo un ritmo ancestrale. A Palmoli, in provincia di Chieti, una famiglia aveva scelto di tracciare la propria rotta, vivendo in un contatto così stretto con il bosco da apparire quasi allo stato primitivo.
L’acqua era quella della sorgente, l’istruzione domestica veniva impartita in casa con l’aiuto di una maestra molisana, e il legame tra i genitori e i loro tre bambini pareva indissolubile.Una scelta di vita, la loro, ribadita con forza: non si trattava di negligenza, ma del profondo desiderio di tutelare un rapporto unico con la natura e con i figli.Tuttavia, quel velo di normalità costruito lontano dal frastuono del mondo esterno si è strappato in modo improvviso un anno fa.
A interrompere l’idillio non è stato un evento assurdo, ma un inatteso e piccolo sinistro domestico: un ricovero ospedaliero per un’intossazione causata, pare, da funghi raccolti.Quell’episodio, banale e assurdo al tempo stesso, ha acceso un faro investigativo sulla loro isolata dimora.

Il controllo dei Carabinieri nell’abitazione nel bosco ha dato il via a una segnalazione formale alla Procura minorile dell’Aquila.Nonostante la successiva sospensione della potestà genitoriale, i minori non erano stati allontanati subito. La misura era rimasta in sospeso, come una minaccia silente sul loro futuro.
Ora, però, quel silenzio si è rotto con la forza di un’ordinanza. Il Tribunale per i Minorenni ha emesso un nuovo, drastico provvedimento.Per la prima volta, la loro vita insieme nella natura è giunta al capolinea, con i tre bambini destinati a varcare la soglia di un luogo nuovo, deciso dalla legge. Ed ecco che cosa ha proposto adesso Briatore.