Il 7 giugno, il parco di Villa Doria Pamphilj a Roma è stato teatro di un grave fatto di cronaca che ha colpito l’opinione pubblica. Due persone, una giovane donna e una bambina di pochi mesi, sono state trovate prive di vita in due punti diversi dell’area verde. Il primo ritrovamento, avvenuto nel pomeriggio, ha riguardato la minore; qualche ora dopo, a circa cento metri di distanza, è stato individuato anche il corpo della donna.
Entrambe erano senza documenti, rendendo inizialmente difficoltosa l’identificazione. Vicino al luogo dei ritrovamenti, le forze dell’ordine hanno trovato un rifugio improvvisato, con oggetti di uso quotidiano e pannolini, segno che le due potrebbero aver vissuto per un periodo nel parco.
Gli accertamenti medico-legali hanno fornito elementi importanti per ricostruire le ultime ore di vita delle due persone, ma si attende ancora l’esito completo degli esami per stabilire con esattezza le cause del decesso. La Procura di Roma ha aperto un’indagine ipotizzando un duplice reato. I carabinieri, con il supporto delle autorità locali e dei sistemi di sorveglianza urbana, hanno raccolto testimonianze e analizzato immagini registrate nei pressi dell’area verde.
Le indagini hanno evidenziato la presenza frequente, a partire da aprile, di una coppia con una neonata all’interno del parco. Le attività investigative hanno portato all’identificazione di un sospettato, Rexal Ford, rintracciato all’estero. L’uomo è stato arrestato in Grecia ed è attualmente in attesa dell’udienza per l’eventuale estradizione in Italia, dove potrà chiarire la propria posizione di fronte alla magistratura.
Gli inquirenti si stanno focalizzando su ogni dettagli della vita del killer, sulla quale aleggiano molte ombre e tante domande senza risposta. Tra i tanti nomi fittizi utilizzati dal killer spicca anche Matteo Capozzi. Perchè usava questo falso nome? Scopriamo tutti i dettagli nella pagina successiva.