Quello spettro di delusione, purtroppo, era già noto. L’assenza ingiustificata ha causato un enorme dispiacere ai nonni, ma soprattutto ha riacceso la fiamma dell’amarezza nella madre. Di fronte all’ennesimo passo falso, la reazione di Raffaella Fico è arrivata a mezzo stampa, con la voce ferma e decisa del suo legale.
L’avvocato Francesco Izzo, in una dichiarazione lapidaria, ha confermato la dinamica: l’assenza del calciatore all’incontro programmato è stata una “profonda delusione”. L’episodio, ha sottolineato Izzo, è solo l’ultimo di una lunga serie.È un copione che si ripete. Risale al lontano dicembre 2012 la nascita di Pia, ma l’ufficialità della paternità ha richiesto mesi di attesa. All’epoca, la madre fu costretta a intraprendere una via legale per garantire alla figlia il diritto di essere riconosciuta.
Ma come è stato possibile adesso che Raffaella perdesse il figlio al quinto mese. I motivi per cui questo può succedere sono diversi. Perdere un feto di 5 mesi è un fenomeno noto come decesso fetale e può avvenire per cause legate alla madre (patologie varie, ipertensione, diabete, traumi), alla placenta (distacco, prolasso del cordone) o al feto stesso (malformazioni, problemi genetici); a volte la causa rimane sconosciuta, e il processo richiede assistenza medica urgente per l’espulsione e la gestione del lutto, che è un’esperienza traumatica.
Ci sono anche vari sintomi che potrebbero essere cause di questa situazione, tra questi troviamo una diminuzione dei movimenti fetali, perdite ematiche dalla vagina, perdita di liquido, crampi, o la rottura delle membrane. È fondamentale recarsi subito in ospedale.
Il personale medico valuterà la situazione e guiderà sull’induzione del travaglio e sull’espulsione del feto, spesso tramite farmaci per avviare le contrazioni uterine e il travaglio, specialmente se la morte è avvenuta vicino al termine.