Pullman precipitato a Mestre, il racconto di cosa hanno visto e vissuto in quel bus (2 / 2)

Alexander Lomakyn è un ragazzo ucraino di 38 anni attualmente ricoverato nel reparto di chirurgia toracica dell’ospedale all’Angelo di Mestre. Si trovava in viaggio con il padre, avevano visitato Venezia, l’ultima tappa della loro vita insieme. All’improvviso il boato e poi il buio.

Alexander è riuscito a salvarsi per miracolo, ma l’amato papà non ce l’ha fatta: “Ero andato a Venezia con il mio papà. Dopo il boato l’ho perso di vista. Speravo che anche lui riuscisse a salvarsi. Chi è responsabile per il suo decesso?”. Ora vuole giustizia questo 38enne ucraino, che ha perduto in pochi attimi la persona più importante della sua vita.

Poi prosegue così il suo racconto struggente: “Ho sentito un boato, come un terremoto. Mi sono ritrovato in mezzo a corpi senza vita…Non capisco come possa essere successo. Ho provato a difendermi stringendo la testa tra le mani, l’urto è stato fortissimo. Dopo la caduta del bus avevo perso di vista mio papà, sapevo che eravamo rimasti coinvolti in una tragedia…”.

Alexander Lomakyn è uno dei 3 sopravvissuti tra gli 8 rifugiati ucraini che avevano deciso di trascorrere una vacanza nel capoluogo veneto. I magistrati stanno anche lavorando per dare il via libera al rilascio delle salme, coinvolgendo i consolati. Sulle vittime, infatti, di sette diverse nazionalità, non sarà disposta alcuna autopsia.

Il sindaco di Mestre Luigi Brugnaro ha commentato così l’accaduto: “Un’immane tragedia. Il pullman coinvolto nel sinistro stava andando da Venezia a Marghera. È uscito completamente di strada, è volato giù dal ponte. Siamo in lutto”.