Prodi, la sparata dalla Gruber su Giorgia Meloni: "La parola giusta per lei è…" (2 / 2)

Durante la puntata di Otto e mezzo del 24 ottobre 2025, Romano Prodi non ha risparmiato osservazioni nette nei confronti di Giorgia Meloni, suscitando immediata attenzione e dibattito. Interpellato da Lilli Gruber sul rapporto della premier italiana con il presidente statunitense Donald Trump, Prodi ha risposto senza esitazioni definendola “obbediente”, spiegando che il termine sintetizza a suo avviso la posizione di Meloni sul piano internazionale e sul ruolo dell’Italia in Europa.

Secondo l’ex premier, la leader di Fratelli d’Italia tende a privilegiare l’Occidente in senso lato, piuttosto che l’Europa come entità politica e istituzionale. Ciò che più sorprende, sottolinea Prodi, è il disinteresse verso un tema centrale come l’abolizione dell’unanimità nelle decisioni dell’Unione europea, un principio che Prodi stesso ha da sempre sostenuto come fondamentale per l’avanzamento dell’integrazione europea.

 

Prodi ha poi chiarito la visione politica di Meloni, rilevando come la premier preferisca un’Europa intesa essenzialmente come area commerciale, con ampia autonomia dei singoli Stati, piuttosto che un’Europa federale o politica. Questa impostazione, secondo Prodi, limita la capacità dell’Unione di prendere decisioni rapide e coerenti su scala continentale, mantenendo il diritto di veto come strumento centrale di controllo nazionale.

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L’ex presidente del Consiglio ha quindi messo in luce una contrapposizione di fondo tra la sua visione europeista e quella dell’attuale governo, che privilegia l’indipendenza dei singoli Paesi e una gestione più pragmatica, limitata agli interessi economici. Le parole di Prodi rappresentano un richiamo storico e politico: da artefice dell’ingresso dell’Italia nell’euro, il Professore ha sempre sostenuto l’importanza di una visione europea condivisa e lungimirante, in grado di superare logiche puramente nazionali.

Definire Meloni “obbediente”, per lui, significa sottolineare la continuità di un approccio subalterno agli interessi esterni e poco incline a sfidare lo status quo istituzionale europeo. La dichiarazione ha inevitabilmente sollevato discussioni sui media e tra gli osservatori politici, confermando come le posizioni di Prodi continuino a influenzare il dibattito sul futuro dell’Italia in Europa, nonostante la distanza temporale dalle sue esperienze di governo.