Nel marzo scorso il Tribunale di Trento ha emesso una sentenza che ha fatto discutere, condannando a due anni con pena sospesa Monica Lorenzatti e il camionista Alberto Marchetti per il tremendo sinistro stradale avvenuto il 27 ottobre 2017 sull’autostrada del Brennero, nei pressi di Mattarello.
Oggi sono state depositate le motivazioni del giudice Massimo Rigon, che attribuisce responsabilità a entrambi i conducenti coinvolti, sottolineando come una diversa condotta avrebbe potuto evitare lo schianto. Quel giorno, un violento tamponamento tra un tir e una Ford Focus causò il decesso di tre persone: Gioia Virginia Casciani, 9 anni, la cugina Ginevra Barra Bajetto, 17 anni, e Graziella Lorenzatti, sorella gemella della conducente.
Le vittime tornavano da una gara di pattinaggio artistico a Merano, la “Coppa dell’Amicizia“. Monica Lorenzatti fu l’unica superstite, ma la sua vita è stata segnata per sempre da quel brutto episodio. La sorella Graziella, inizialmente sopravvissuta, lottò per quasi due anni tra ospedali e riabilitazione prima di spegnersi, venti mesi dopo, a causa delle gravi conseguenze riportate nello schianto.
I periti hanno accertato il nesso diretto tra i traumi e il decesso, includendola così tra le vittime ufficiali. Secondo la ricostruzione della Corte, il camionista rallentò improvvisamente da 90 a 7 km/h senza motivo apparente, creando una situazione pericolosa in un tratto rettilineo. Tuttavia, anche Monica Lorenzatti avrebbe avuto spazio e tempo per frenare: i consulenti parlano di almeno 70 metri utili a evitare o attenuare l’urto.
Inoltre, le ragazze posteriori non indossavano le cinture, dettaglio che – secondo gli esperti – ne avrebbe forse salvato la vita. Entrambi gli imputati restano liberi, ma dovranno affrontare l’appello. Le famiglie delle vittime hanno ricevuto complessivamente oltre 1,4 milioni di euro in risarcimenti.