Ormai il nuovo Governo presieduto dal Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si è insediato e sta già lavorando alacremente per approvare i primi provvedimeni. Provvedimenti che sono arrivati proprio in questi giorni, basti pensare a quanto successo dopo lo sgombero del rave party nel modenese, che ha portato l’Esecutivo a firmare subito un provvedimento che dichiara illegittime tali manifestazioni che si svologono spesso in maniera abusiva e occupando anche degli stabili che spesso sono abbandonati e fatiscenti.
Ma il Governo sta pensando anche ad altri provvedimenti, in quanto si vuole venire incontro alle persone che sono in difficoltà con il caro energia, e starebbero per arrivare delle misure per aiutare chi è in difficoltà con il pagamento di luce e gas. Una situazione anche questa urgente, come è anche urgente intervenire sulle pensioni. Su ciò l’Esecutivo pare avere le idee abbastanza chiare.
Pensioni, il piano della Meloni
Il Governo si è posto l’obiettivo di intervenire immediatamente sulle pensioni. Secondo quanto riferisce la stampa nazionale se non si interviene in maniera repentina sulle pensioni c’è il rischio che dal prossimo 1 gennaio 2023 si torni alla legge Fornero, qualcosa che da Palazzo Chigi vogliono assolutamente evitare.
“Sapete perfettamente che non mi sottrarrò ai temi, li affronteremo anche ascoltando le istanze delle parti sociali e di tutti i soggetti portatori di contributi importanti, poi nei prossimi tempi lasciateci fare tutti i necessari passaggi. Ci mettiamo al lavoro. Anzi, vado al ministero del Lavoro” – così ha dichiarato la neo ministra Marina Calderone dopo il giuramento al Quirinale. Le opzioni sul tavolo sono diverse.
Per evitare il ritorno alla legge Fornero potrebbero essere prorogate sia l’opzione donna che l’ape sociale, mentre a fine anno scade anche quota 102 che prevede la possibilità del pensionamento anticipato a 64 anni con 38 anni di contributi. Il Governo starebbe studiando anche la possibilità di introdurre una opzione uomo, che consentirà a costoro di andare in pensione a 58 anni con 35 anni di contributi, e quota 41, che consente a prescindere dall’età di andare in pensione dall’età di 62 anni e con 41 di contributi.