Il sistema pensionistico italiano rappresenta un elemento fondamentale del welfare del Paese, garantendo un reddito ai lavoratori che cessano l’attività per raggiunti limiti di età o per altri motivi specifici. Si basa principalmente su un meccanismo contributivo, in cui i contributi versati durante la vita lavorativa determinano l’entità della pensione ricevuta.
Questo sistema, sebbene robusto, è spesso al centro di dibattiti a causa della crescente pressione demografica e delle difficoltà di sostenibilità finanziaria. L’invecchiamento della popolazione e il calo del numero di lavoratori attivi mettono a rischio l’equilibrio del sistema. Uno degli aspetti chiave del sistema è l’età pensionabile, che attualmente è fissata a 67 anni per la pensione di vecchiaia, con almeno 20 anni di contributi.
Esistono però diverse possibilità di pensionamento anticipato, come la pensione anticipata per chi ha accumulato almeno 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi per le donne) o formule temporanee come Quota 103, che consente l’uscita con 62 anni di età e 41 anni di contributi.
Sono settimane molto concitate per il governo italiano, alle prese con l’approvazione della prossima legge di bilancio 2025. Da quanto sembra trapelare proprio in queste ore, pare che spunteranno delle novità significative per quanto riguarda proprio la pensione. Una riforma che porterà a dei vantaggi significativi a determinate categorie, mentre penalizzerà altre.
Il governo punta a trovare un compromesso tra la necessità di sostenibilità economica e l’esigenza di tutela sociale, in un momento storico segnato da pressioni inflazionistiche e da una forte polarizzazione nel dibattito politico. Ora è ufficiale: cosa cambierà per le pensioni? Scopriamo tutti i dettagli nella pagina successiva.