La scomparsa del maestro Peppe Vessicchio, avvenuta l’8 novembre 2025 a Roma all’età di 69 anni, ha lasciato un vuoto profondo nel mondo della musica italiana. Nato a Napoli nel 1956, Vessicchio è stato per oltre quarant’anni uno dei protagonisti più amati e riconoscibili del panorama musicale nazionale.
Il suo volto, la sua compostezza e il suo carisma discreto sono diventati simboli del Festival di Sanremo, dove la sua direzione d’orchestra ha accompagnato alcuni dei brani più iconici della canzone italiana. La notizia della sua dipartita, dovuta a una grave polmonite, ha suscitato grande commozione nel pubblico e negli ambienti artistici, che lo ricordano come un professionista rigoroso e al tempo stesso profondamente umano.
Oltre al dolore per la sua dipartita, si apre ora la delicata questione dell’eredità, che non riguarda soltanto il patrimonio materiale del maestro, ma anche e soprattutto quello artistico. Vessicchio, infatti, è autore e arrangiatore di numerose composizioni, sigle televisive e brani divenuti parte integrante della cultura musicale italiana.

I diritti d’autore legati a queste opere costituiscono una componente rilevante del suo lascito e richiederanno una gestione attenta. Gli esperti sottolineano come, in casi simili, sia essenziale distinguere tra i beni tangibili – come immobili, strumenti o archivi musicali – e quelli immateriali, che comprendono royalties e diritti di sfruttamento.
Si sa che Vessicchio viveva da anni tra Napoli e Roma, dividendosi tra attività artistiche e collaborazioni accademiche, ma aveva scelto di mantenere la sua vita privata lontana dai riflettori. A chi spetterà l’eredità del celebre direttore d’orchestra? Scopriamo le ultime indiscrezioni nella seconda pagina.