Papà picchia portiere 13enne, interviene Crepet: "Questo genitore ha una vita… (2 / 2)

Paolo Crepet è uno psichiatra e come tale attento alle dinamiche sociali. Questo mondo pare andare sempre più a rotoli, e ciò in parte è dovuto anche al capitalismo che ci fa vedere la competizione ovunque. E Crepet dopo quanto accaduto a Collegno, nel torinese, non usa mezze parole.

Qui infatti un ragazzino di 13 anni è stato colpito da un genitore al termina della partita, una partita di calcetto tra giovanissimi. Crepet si è chiesto che cosa ci facciano ancora i genitori in questi eventi sportivi visto che si tratta solo di bambini i quali dovrebbero essere lasciati in pace.

“Perché sono lì? Sono bambini, non stanno giocando la Champions League” – si chiede Paolo Crepet che invita quindi i genitori a non essere pressanti con i propri figli lasciandoli liberi specialmente in questi momenti che devono essere di svago, mentre oggi anche lo sport ai minimi livelli viene visto come una competizione.

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“Un padre che si sente realizzato nella propria vita non ha certo bisogno di andare a menare un ragazzino di 13 anni”- afferma lo psichiatra che ricorda anche come durante la sua infanzia suo padre non andasse mai a vederlo giocare, ma non per disinteresse, ma perchè quegli spazi appartengono ai ragazzini o ai bambini.

Crepet ha affermato che molto spesso oggi i figli diventano il contenitore delle ambizioni irrealizzate dei genitori. E questo è qualcosa che fa male non solo al ragazzino o al bimbo in questione ma che rischia di creare danni anche all’interno della famiglia.