Papa Leone XIV: "Amare significa lasciare l’altro libero anche di tradire" (2 / 2)

Papa Leone XIV , nell’udienza generale in Aula Paolo VI davanti a gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo, ha esordito raccontando un episodio cruciale della nostra Chiesa, questo: “San Giovanni, con la sua profonda sensibilità spirituale, ci racconta così quell’istante: ‘Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora, li amò fino alla fine’.

Per comprendere il cuore di Cristo occorre, dice il Papa, “Amare fino alla fine”  e parla di ” Un amore che non si arresta davanti al rifiuto, alla delusione, neppure all’ingratitudine. Gesù conosce l’ora, ma non la subisce: la sceglie”. Gesù non ignora ciò che accade, ma  vede con chiarezza,  comprendendo che la libertà dell’altro, anche quando si smarrisce nel male, può ancora essere raggiunta dalla luce di un gesto mite, “Perché sa che il vero perdono non aspetta il pentimento, ma si offre per primo, come dono gratuito, ancor prima di essere accolto. Giuda, purtroppo, non comprende. Dopo il boccone – dice il Vangelo – ‘Satana entrò in lui'”.

Un  passaggio forte questo,  in quanto è la manifestazione del male, dopo che l’amore ha mostrato il volto più impotente.  Il Papa dice che il perdono non è debolezza ma è   ” la capacità di lasciare libero l’altro, pur amandolo fino alla fine. L’amore di Gesù non nega la verità del dolore, ma non permette che il male sia l’ultima parola. Questo è il mistero che Gesù compie per noi, al quale anche noi, a volte, siamo chiamati a partecipare”.

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Riflettendo sul numero di  relazioni  che si spezzano, sulle storie  che si complicano, sulle parole che restano sospese ,il  Vangelo ci insegna che “Perdonare non significa negare il male, ma impedirgli di generare altro male. Non è dire che non è successo nulla, ma fare tutto il possibile perché non sia il rancore a decidere il futuro”.

“Come ci insegna Gesù, amare significa lasciare l’altro libero, anche di tradire, senza mai smettere di credere che persino quella libertà,  e smarrita, possa essere strappata all’inganno delle tenebre e riconsegnata alla luce del bene. Quando la luce del perdono riesce a filtrare tra le crepe più profonde del cuore, capiamo che non è mai inutile. Anche se l’altro non lo accoglie, anche se sembra vano, il perdono libera chi lo dona: scioglie il risentimento, restituisce pace, ci riconsegna a noi stessi”. E voi, cosa ne pensate del pensiero del pontefice sul tradimento? Ditecelo nei commenti, se vi va.