Il caso di Pamela Mastropietro è uno dei casi più tremendi e sconvolgenti della cronaca italiana recente. Pamela, una ragazza di 18 anni originaria di Roma, era ospite di una comunità di recupero per tossicodipendenti a Corridonia, nelle Marche. Il 29 gennaio 2018, però, decise di allontanarsi volontariamente dalla struttura e si diresse verso Macerata, dove venne vista l’ultima volta viva.
La sua scomparsa fu denunciata poco dopo, ma il ritrovamento del suo corpo avvenne il giorno successivo in circostanze agghiaccianti. Il 31 gennaio 2018, due valigie contenenti il corpo smembrato della giovane furono ritrovate lungo una strada di campagna a Pollenza, in provincia di Macerata. L’esame autoptico rivelò che Pamela era stata colpita da due coltellate al fegato, ma il suo corpo presentava anche segni di sezionamento post-mortem.
Gli inquirenti ricostruirono le ultime ore della ragazza grazie a testimonianze e filmati di videosorveglianza, individuando il principale sospettato: Innocent Oseghale, un cittadino nigeriano con precedenti per spaccio di sostanze stupefacenti, che aveva ospitato Pamela nel suo appartamento. Le indagini portarono al suo arresto e, nel corso del processo, emersero dettagli raccapriccianti.
Secondo l’accusa, Oseghale avrebbe venduto sostanze stupefacenti a Pamela e, dopo averla ospitata nel suo appartamento, l’avrebbe uccisa e poi fatta a pezzi nel tentativo di occultamento. La difesa sostenne che la ragazza fosse morta per overdose e che l’imputato si fosse limitato a disfarsi del corpo, ma le prove raccolte smentirono questa versione.
Nel 2021, la Corte di Cassazione confermò la condanna di ergastolo per Innocent Oseghale, riconoscendolo colpevole di delitto volontario aggravato, vilipendio e occultamento del corpo. A distanza di anni da quel tremendo delitto, Alessandra Verni, la madre di Pamela, ha incontrato Oseghale. Gli avrebbe fatto solo una domanda. Scopriamo lo struggente racconto nella pagina successiva.