Un incontro carico di emozioni, quello tra Alessandra Verni, madre di Pamela Mastropietro, e Innocent Oseghale, il nigeriano condannato all’ergastolo per il delitto della 18enne romana, avvenuto a Macerata nel 2018. Dopo mesi di riflessioni, la madre di Pamela ha chiesto di incontrare Oseghale nel penitenziario, un desiderio che si è concretizzato in un colloquio di quattro ore, in cui ha chiesto verità e pentimento.
Nonostante il dolore profondo, Alessandra ha spiegato che l’incontro non mirava a perdonare, ma a dare una possibilità al condannato di esprimere rimorso e rivelare eventuali complici, se ce ne fossero. “Non volevo diventare carnefice anch’io, ma cercare una forma di giustizia per Pamela,” ha dichiarato.
“Io dono a lui la possibilità di pentirsi, di dire la verità, di denunciare e dono a me la possibilità di guardarlo negli occhi e dirgli tutto quello che ha causato“, ha aggiunto la Verni mostrando grande maturità e compassione sia per se stessa che per il killer di sua figlia. Come ha reagito, invece, Oseghale?
Durante l’incontro, Oseghale ha mostrato segni di pentimento, inginocchiandosi e scusandosi per il dolore causato, secondo quanto riferito dal suo avvocato, Simone Matraxia. Nonostante ciò, ha ribadito la sua versione dei fatti, senza ammettere la presenza di complici, anche se la madre di Pamela rimane convinta che altre persone abbiano preso parte al delitto.
Verni ha sottolineato che continuerà a cercare la verità, senza fermarsi. Per lei, questo incontro rappresentava una possibilità di guardare l’aguzzino negli occhi e dirgli tutto ciò che ha causato, pur non avendo mai inteso perdonarlo. In questa ricerca di verità, la madre di Pamela si è confrontata con un uomo che, seppur pentito, non ha cambiato la sua versione dei fatti, lasciando irrisolto il mistero che circonda il delitto della figlia.