Questo è stato dimostrato da un report, pubblicato dalla Uk Health Security Agency, basato su dati decisamente grandi. Nel report è stato chiesto ad un enorme numero di soggetti sintomatici, di elencare se avessero uno o più tra questi sintomi: febbre, tosse, mancanza di respiro, affaticamento, dolori muscolari o articolari, naso che cola, starnuti, mal di testa, perdita di gusto e olfatto, mal di gola, irritazione agli occhi, perdita di appetito, nausea, vomito, diarrea.
Dalle risposte dei pazienti che si sono sottoposti all’indagine, il mal di gola è molto più comune tra i contagiati con la Omicron 5, mentre è meno comune la perdita di gusto e olfatto. Nei pazienti Omicron sono più comuni anche la febbre e la tosse, mentre lo sono meno sintomi come l’irritazione degli occhi o il naso che cola.
I sintomi possono durare fino a 10 giorni, ma in genere si attestano ai 7 giorni. La durata, comunque, può variare a seconda del quadro clinico del soggetto, età, carica virale e difese immunitarie.
Il virus replica intensamente entro 4-5 giorni, in coincidenza con la comparsa dei sintomi. Ovviamente ci sono sempre delle eccezioni, date dagli asintomatici e dai contagiosi tardivi, che possono diffondere il virus anche 10-15 giorni dopo il periodo di massima contagiosità.
I vaccini offrono una protezione molto elevata. Nel report si legge che dopo la terza dose, ossia la dose booster, la protezione offerta contro la malattia grave è del 92%, scendendo all’83% dopo 2 mesi e mezzo. I vaccini, ribadisce il report, sono pensati, primariamente, per bloccare gli effetti più pesanti della malattia, non la trasmissione.