Meteo, l’allarme degli esperti, arriva il caldo infernale (2 / 2)

 Grazie a fanpage.it e a diversi altri siti nazionali, veniamo a conoscenza che la  prossima estate sarà, con molta probabilità,  influenzata da una particolare condizione climatica chiamata El Niño. Parliamo di un fenomeno periodico legato all’incremento delle temperature superficiali dell’Oceano Pacifico centro-meridionale e orientale, che produce  conseguenze meteorologiche su scala globale. El Niño, quest’anno, si svilupperà tra maggio e luglio 2023,  protraendosi anche durante la stagione invernale, con il culmine in  prossimità del periodo  natalizio.

Sulla base degli ultimi dati aggiornati, elaborati dalla Climate Prediction Center del National Weather Service,  che tradotta significa l’agenzia federale della NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) degli Stati Uniti,  sono molto elevate le probabilità che El Niño si instauri tra maggio e luglio, persistenfo. durante l’inverno dell’emisfero settentrionale.

In parole più semplici e comprensibili da una grossa fetta di utenti, che cosa ci aspetta? In generale, inverni più miti e piovosi  ed  estati caratterizzate da un’intensa attività dell’ormai famoso Anticiclone africano,  quello che abbiamo avuto modo di conoscere già l’estate scorsa,  quella 2022,  in cui eravamo stretti nella sua morsa. Sappiamo perfettamente che è portatore di fenomeni meteo estremi, come ondate di calore durature, con punte che superano i 40 °C, e siccità prolungata.

Fanpage,it precisa che, di solito, questi effetti sulla temperatura si manifestano nell’anno successivo allo sviluppo El Niño, per cui è possibile che instaurandosi nel 2023, l’impatto del fenomeno climatico sulle temperature estive sia più evidente l’anno dopo, ossia  nel 2024.

Secondo l’Organizzazione meteorologica mondiale è quasi certo che la concomitanza de El Niño con il riscaldamento globale provocherà un caldo straordinario, con un’alta probabilità che, in almeno un anno, tra il 2021 e il 2027, le temperature globali superino di 1,5 °C i livelli pre-industriali, ovvero la soglia stabilita dall’accordo di Parigi sul clima. Questo è lo scenario che ci si prospetta se non riusciremo a risollevare la situazione climatica che è davvero preoccupante.