Da un punto di vista tecnico con il termine menopausa si indica la cessazione definitiva delle mestruazioni, evento che nella gran parte dei casi si verifica tra i 50 e i 55 anni.
Più comunemente, invece, con menopausa ci si riferisce al periodo successivo all’ultima mestruazione, la cui definizione più corretta sarebbe post-menopausa.
Chiarito ciò, al di là della terminologia utilizzata, stiamo parlando di un periodo particolarmente complesso nella vita della donna che si accompagna a tutta una serie di cambiamenti che riguardano la sfera fisica, quella psicologica e quella emotiva.
Questi cambiamenti, al di là di quelli legati al fisiologico invecchiamento, sono per lo più determinati dalle variazioni ormonali, vale a dire: drastica riduzione dei livelli di estrogeni, significativo calo dei livelli di progesterone e aumento considerevole dei livelli di FSH, l’ormone follicolo-stimolante (l’aumento di FSH si verifica perché l’organismo tenta di stimolare le ovaie ormai non più attive).
Le variazioni ormonali sono causa di una sintomatologia variegata, generalmente fastidiosa e spesso anche stressante. Una delle manifestazioni che si registra comunemente è la stitichezza, disturbo che può avere un impatto negativo sulla qualità della vita.
È corretto ricordare che però la relazione tra menopausa e stitichezza è complessa e multifattoriale e non è relativa soltanto ai cambiamenti ormonali.
Fortunatamente esistono varie strategie utilizzabili per contrastare questo disturbo; fra queste si ricordano anche i lassativi a base di macrogol, come per esempio il lassativo Onligol, un prodotto che agisce a livello locale, combattendo la stipsi senza influire sull’equilibrio elettrolitico dell’organismo.
Premesso ciò, dato che la stitichezza è un problema molto comune nelle donne over 50, cerchiamo di capirne la relazione con la menopausa e quali strategie si possono utilizzare.
Perché la stitichezza è più comune nelle donne in menopausa?
È un dato di fatto che la stitichezza cronica sia decisamente più comune nelle donne in menopausa; peraltro è corretto precisare che essa non è l’unico disturbo intestinale di cui si registra un’aumentata frequenza nelle over 50.
I meccanismi che legano i disturbi intestinali alla menopausa non sono stati ancora chiariti del tutto, ma si ritiene del tutto plausibile che dipendano dalla riduzione dei livelli di estrogeni e progesterone.
In particolare, per quanto riguarda la stitichezza, si ritiene che tali variazioni ormonali influiscano negativamente sulla motilità intestinale.
Va anche sottolineato che un altro disturbo che caratterizza la menopausa è l’ansia, ed è nota la relazione che c’è tra stress, ansia e disturbi intestinali.
Va ricordato anche il fattore età; la stragrande maggioranza delle donne in menopausa sono tutti soggetti over 50, in cui si registra comunque un fisiologico rallentamento del transito intestinale.
Con il passare del tempo, inoltre, molte donne rallentano l’attività fisica e diventano più sedentarie; la sedentarietà è uno dei fattori chiamati in causa nei soggetti che soffrono di stitichezza.
Con l’arrivo della menopausa si assiste anche a un progressivo rilassamento dei muscoli del pavimento pelvico; la loro minore tonicità rende più difficile l’evacuazione delle feci.
Nelle donne in menopausa, infine, è più comune, rispetto a donne più giovani, l’assunzione di determinati farmaci (in particolare gli antiosteoporotici, gli antispastici, gli antipertensivi, gli antidepressivi ecc.) che hanno fra i loro effetti collaterali anche la stitichezza.
Come si vede, sono diversi i fattori che rendono più comune la stitichezza nelle donne in menopausa, anche se non tutti, è corretto precisarlo, sono direttamente collegati a questa condizione.
Stitichezza in menopausa: cosa si può fare?
Il primo consiglio che si può dare per contrastare i vari disturbi legati alla menopausa potrà sembrare banale, ma è certamente sensato: consultare il proprio ginecologo di fiducia. Stiamo infatti parlando di una figura professionale che conosce perfettamente la nostra storia clinica e può darci suggerimenti mirati.
Detto ciò, per quanto riguarda la stitichezza vi sono strategie sulle quali c’è unanimità da parte dei vari autori.
È importante innanzitutto che la propria alimentazione sia equilibrata e varia e preveda il corretto apporto di fibre alimentari (30 g al giorno circa).
È poi fondamentale idratarsi adeguatamente: si devono assumere almeno due litri di acqua al giorno (sotto varie forme: acqua ai pasti, tè, tisane, succhi naturali non zuccherati ecc.); è importante limitare gli alcolici poiché un loro consumo eccessivo comporta disidratazione.
È d’aiuto anche una regolare attività fisica aerobica che dovrebbe prevedere almeno 3 sedute settimanali (preferibilmente 4 o 5).
Il ruolo dei lassativi a base di macrogol
In alcuni momenti, nonostante le indicazioni sopra riportate, il problema della stitichezza si presenta comunque. In questi casi, i lassativi a base di macrogol possono essere d’aiuto. Il macrogol, come spiegato sul portale dell’AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco, esercita un’azione osmotica a livello intestinale, inducendo un effetto lassativo. In sostanza agisce aumentando il volume fecale e ciò determina, tramite il sistema neuromuscolare, motilità intestinale.
Il macrogol non viene assorbito dall’organismo e non altera né il microbiota intestinale e nemmeno l’equilibrio elettrolitico. In ogni caso è importante seguire le indicazioni del medico o del farmacista per un uso appropriato e personalizzato del prodotto.