Melania Rea era una giovane donna di 28 anni, madre premurosa e originaria di Somma Vesuviana, in provincia di Napoli. La sua vita fu interrotta il 18 aprile 2011, quando fu brutalmente uccisa con 35 coltellate. Il delitto avvenne nel bosco di Colle San Marco, una località tranquilla nei pressi di Ascoli Piceno, apparentemente scelta per una gita familiare.
Il suo corpo venne ritrovato due giorni dopo a Ripe di Civitella del Tronto, in Abruzzo, dando il via a uno dei casi di cronaca nera più seguiti degli ultimi anni. Il principale indiziato fin da subito fu il marito, Salvatore Parolisi, caporalmaggiore dell’Esercito, con cui Melania aveva una bambina.
Le indagini rivelarono una relazione extraconiugale con una giovane allieva dell’Esercito, che avrebbe provocato numerose tensioni nella coppia. Secondo gli inquirenti, fu proprio una lite scaturita da queste tensioni a degenerare nel delitto. Il processo di primo grado si concluse con la condanna all’ergastolo per Parolisi, con l’accusa di delitto volontario aggravato.
Tuttavia, nei successivi gradi di giudizio, la sua posizione fu parzialmente rivalutata. In appello, infatti, la pena fu ridotta a 30 anni di reclusione, mentre la Corte di Cassazione, nel 2016, escluse l’aggravante della crudeltà, portando la pena definitiva a 20 anni. Un colpo di scena che suscitò reazioni contrastanti nell’opinione pubblica.
Dopo aver scontato 12 anni di reclusione, Salvatore Parolisi ha iniziato a beneficiare di permessi premio giornalieri. Attualmente svolge lavori di supporto in una parrocchia, nel tentativo di reinserirsi nella società. In queste ore uno straziante annuncio del padre di Melania Rea, Gennaro, ha riacceso i riflettori sul caso. Le sue parole sono un colpo al cuore. Scopriamo che cosa ha detto nella pagina successiva.