In coma irreversibile dallo scorso venerdì, Matteo Messina Denaro si è spento nella giornata di ieri presso l’ospedale San Salvatore de L’Aquila. Il boss lottava da anni contro una brutta neoplasia al colon, un male difficile da debellare. Oltre che alle forze dell’ordine, alla fine si è dovuto arrendere anche alla malattia.
Le sue ultime volontà sono state quelle di spirare in pace, rinunciando all’accanimento terapeutico; i medici hanno staccato le spine limitandosi ad idratarlo. A sconvolgere tutti sono le indiscrezioni trapelate proprio in queste ultime ore sugli ultimi istanti di vita del boss.
Come noto, l’ultimo grande rammarico di Messina Denaro era quello di non aver mai conosciuto la figlia, che lo aveva sempre rinnegato come padre. Alla fine, il tanto agognato riconoscimento della figlia Lorenza c’è stato proprio in carcere negli ultimi giorni di vita. Presente al capezzale anche la nipote Lorenza Guttadauro, nelle ulteriori vesti di tutore legale, e la sorella Giovanna. L’unica figlia del boss porterà ora il suo cognome, una scelta finita ovviamente nel mirino della critica dell’opinione pubblica italiana.
Tra le ultime volontà del boss, emerso da uno dei pizzini ritrovati nel covo, spunta anche la richiesta di non ricevere funerali religiosi. In aperta polemica con le autorità ecclesiastiche, nello scritto si legge: “Rifiuto ogni celebrazione religiosa perché fatta di uomini immondi che vivono nell’odio e nel peccato” e ancora “Non sono coloro che si proclamano i soldati di Dio a poter decidere e giustiziare il mio corpo esanime. Non saranno questi a rifiutare le mie esequie…rifiuto tutto ciò perché ritengo che il mio rapporto con la fede è puro, spirituale e autentico, non contaminato e politicizzato. Dio sarà la mia giustizia
Il trasferimento della salma a Castelvetrano sarà curato dalla stessa famiglia del boss. La sua tomba troverà luogo accanto a quella del padre Francesco, deceduto da latitante nel 1998.