
Nel fine settimana appena trascorso una notizia scioccante ha scatenato il panico sul web: Massimo Ranieri sarebbe deceduto a 75 anni. Migliaia di utenti sui social hanno creduto a questa notizia, facendola circolare molto rapidamente. D’altra parte, come si sa, bastano pochi click per rendere virale qualsiasi cosa.
In realtà, non ci è voluto molto perchè la verità venisse fuori. Si sarebbe trattato ancora una volta di un titolo sensazionalistico, costruito per attirare click, ha tratto in inganno migliaia di utenti, facendo credere che il celebre cantante e attore partenopeo fosse scomparso.
La bufala è circolata con rapidità impressionante, alimentata da post condivisi e commenti che hanno contribuito a far crescere la confusione. Domenica sera, per smentire questa fake news, è intervenuto direttamente lo staff dell’artista. Anche Cristiana Calone, figlia di Massimo Ranieri, ha ritenuto necessario esporsi pubblicamente per spegnere le voci.

Attraverso i social ha definito “vergognoso” l’atteggiamento di chi diffonde notizie così gravi solo per ottenere visibilità. “La notizia della morte di mio padre è totalmente falsa. Papà sta bene, grazie a Dio. Chi mette in giro queste voci dovrebbe vergognarsi“, ha scritto, esprimendo tutta la sua indignazione per un episodio che ha turbato la famiglia e migliaia di ammiratori. Nonostante le immediate smentite, il nome di Ranieri ha comunque dominato le ricerche su Google, raggiungendo oltre 200 mila click in poche ore.
Un fenomeno che conferma quanto le fake news, soprattutto quando riguardano personaggi amatissimi, possano diffondersi con estrema facilità. Il caso di Massimo Ranieri non è isolato: negli ultimi anni altre celebrità italiane, da Maurizio Mattioli a Umberto Tozzi, sono state vittime di analoghe situazioni. Episodi che riportano al centro dell’attenzione la necessità di un’informazione responsabile.