
La risposta è arrivata pochi istanti dopo, con l’arrivo degli agenti di Polizia chiamati in emergenza. Il caos emotivo e fisico in quell’appartamento di Acilia si era tradotto in un assurdo bilancio.
L’azione violenta compiuta da Lorenzo Vitali, il 30enne protagonista, aveva avuto l’esito più grave. L’anziana nonna dell’uomo, infatti, è deceduta a causa delle gravissimi danni riportate.Non solo, l’oggetto contundente usato ha colpito anche un altro familiare presente: il compagno della madre è rimasto colpito, venendo soccorso e curato per i danni subiti.
Una volta fermato dalle forze dell’ordine, il 30enne ha subito cercato di dare un contesto alla sua furia. Ai poliziotti ha raccontato una versione dei fatti che, seppur priva di prove, ha rivelato un malessere latente: “Sono anni che vengo maltr*ttato”, ha dichiarato per giustificare l’estremo gesto.Su queste accuse senza riscontri oggettivi è iniziato il lavoro di chi indaga. Il quadro familiare si è subito rivelato complesso e oscuro, con il sospetto di una disfunzionalità ormai cronica.

A rendere il fatto ancora più sfuggente c’è un dettaglio che aggiunge un elemento di mistero alla vicenda: l’esistenza di una famiglia in Svizzera che attenderebbe l’uomo, un particolare che non ha ancora trovato una chiara spiegazione da parte degli inquirenti.
Poco lucido, potrebbe avere dei disturbi comportamentali, una fragilità psicologica finora mai diagnosticata. Il giovane dopo il delittoe il tentato delitto dell’altra persona è salito sul trenino per Roma. Subito geolocalizzato tramite il cellulare dagli agenti della Mobile alla metro San Paolo è stato lui a chiamare il 112 e costituirsi: “Venitemi a prendere”. Non ha opposto resistenza durante l’arresto, ricostruisce oggi Il Messaggero.