
Un silenzio innaturale, inspiegabile, ha avvolto la palazzina in cui Noemi e Vincenzo abitavano, al quinto piano. Un silenzio che è stato il presagio di qualcosa di grave e irreversibile ed effettivamente, questo è accaduto.
Nel primo pomeriggio, l’ennesima lite verbale tra i due fratelli è degenerata con una rapidità inaudita. Vicenzo ha inferto alla povera 23enne circa 20 fendenti, non lasciandole scampo. Ma cosa si nascondeva, per davvero, tra le mura domestiche? Quali erano i rapporti tra i due fratelli?
Alla domanda che i carabinieri hanno posto, la comunità di Nola e le testimonianze dei vicini sembrano avere una risposta corale. Hanno infatti definito quanto accaduto a Noemi Riccardi come un evento che in qualche modo era stato “annunciato”. I continui litigi tra fratelli, entrambi disoccupati, erano un sottofondo abituale per il condominio.

Urla e discussioni, come quelle ascoltate da tutti la notte precedente e la mattina del 19 novembre, erano il segno di una tensione insostenibile. Dopo la telefonata al 112 fatta da Vincenzo Riccardi, il venticinquenne ha confessato di essere il responsabile. Immediato è stato l’intervento dei Carabinieri di Nola in via San Paolo Bel Sito, dove hanno trovato il corpo della ragazza e l’uomo in stato confusionale.
Vincenzo, che non ha opposto resistenza all’arresto, ha dichiarato agli investigatori di aver agito in preda a un raptus. L’oggetto utilizzato per l’aggressione è stato subito ritrovato all’interno dell’abitazione. La tragedia consumatasi a Nola, in provincia di Napoli, ha messo un punto finale drammatico a una convivenza lacerata, lasciando la comunità a interrogarsi sul peso di quelle liti, ormai considerate da tutti come l’anticamera di un epilogo gravissimo.