I linfonodi ascellari sono delle ghiandole che si trovano nella cavità ascellare e ci danno indicazioni sullo stato di salute dei collettori linfatici dell’arto superiore, delle costole, della parte superiore del torace e dell’addome. Riconoscere quando un linfonodo è ingrossato è davvero molto semplice poiché è visibile alla vista e al tatto.
La loro funzione è bloccare gli agenti patogeni e aiutare il sistema immunitario a svolgere il suo compito; quando appaiono ingrossati e dolenti indicano uno stato di salute alterato in cui il sistema immunitario sta intervenendo per risolverlo. In questi casi si parla di linfonodo ascellare reattivo e, oltre al visibile rigonfiamento, è associato ad altri sintomi come il dolore sotto le ascelle, gonfiore all’ascella e nelle parti vicine alla ghiandola gonfia, gonfiore degli arti, arrossamento della zona ascellare, nodi in crescita, febbre e sudorazione notturna.
Spesso le donne notano il rigonfiamento ascellare e avvertono dolore durante l’autopalpazione del seno. Per questo motivo, quando appaiono ingrossati e dolenti si pensa subito ad una malattia grave.
Palpazione dei linfonodi ascellari
Il controllo dei linfonodi nelle ascelle viene eseguito, in maniera autonoma, unendo le tre dita della mano (indice, medio e anulare) facendo poi una leggera pressione dall’alto verso il basso sulla zona perché i linfonodi si trovano in fondo all’ascella.
Se durante la palpazione si sente bene la gabbia toracica, significa che non ci sono anomalie o rigonfiamenti. Se invece si percepisce un nodulo morbido, allora potrebbe trattarsi di un linfonodo gonfio che è meglio controllare al più presto.
Cause
I linfonodi ascellari, in genere, si ingrossano per ragioni del tutto benigne, anche se solitamente vengono associati al tumore al seno.
Questi sono dei campanelli d’allarme che è in corso o si sta sviluppando un’infiammazione. In altri casi sono il risultato di traumi al braccio o alla mano.
Nello specifico le cause vanno ricercate nelle infiammazioni batteriche, nella mononucleosi, nella tubercolosi, nella leucemia, nella sifilide, nella leishmaniosi, nella sarcoidosi, nelle malattie sessualmente trasmissibili (HIV), negli stadi influenzali e nel raffreddore, nell’artrite reumatoide, nel lupus e nel carcinoma mammario, con la formazione di tumori e metastasi.
Bisogna anche tenere in considerazione che il loro ingrossamento può essere anche causato dall’ovulazione.
Linfonodi ascellari: quando preoccuparsi
Se l’infezione che ha fatto crescere i linfonodi non è grave, perché virale, in genere, questi ritornano alle loro dimensioni originarie in poco tempo. In questi casi le dimensioni dei linfonodi possono variare da pochi millimetri a un centimetro.
Se, invece, i linfonodi ascellari ingrossati, sono conseguenza di un’infezione batterica e non tendono a ridursi e causano dolore e febbre è necessario rivolgersi al medico, che effettuerà alcuni esami, tra cui il principale è quello del sangue, al fine di diagnosticare la causa che ha provocato l’infiammazione.
Cure e trattamenti
I rimedi per i linfonodi ascellari ingrossati e dolenti dipendono dalla causa scatenante; per questo motivo non bisogna ignorare il problema e bisogna recarsi da un medico per un controllo.
Dopo la diagnosi, se la causa è stata riscontrata in un’infezione virale, come un raffreddore, sarà sufficiente dare il tempo all’organismo e al sistema immunitario di rimettersi in sesto dall’aggressione dei virus. Quando i linfonodi appariranno nella loro dimensione normale vorrà dire che siamo guariti.
Nei casi più gravi, invece, quando le cause sono state riscontrate in un’infezione batterica verrà prescritto dal medico un antibiotico.
Se le cause dell’ingrossamento e del dolore verranno attribuite ad altre malattie, come il tumore, verranno eseguiti i trattamenti e le procedure dedicate e specifiche del caso.
Linfonodi ascellari ingrossati e tumore
È fondamentale che il medico valuti le dimensioni del linfonodo ascellare.
Quando c’è un tumore questi linfonodi appaiono grossi e non si normalizzano nel giro di poco tempo, come quando le cause sono benigne o virali.
Per sapere se ci sono delle metastasi in corso che hanno colpito la ghiandola ascellare e le zone limitrofe, il medico prescriverà al paziente delle analisi del sangue, una mammografia e un’ecografia. Attraverso poi la biopsia verrà individuato il linfonodo sospetto di essere stato attaccato da un tumore maligno.
In questo modo, dai risultati dei test eseguiti, il medico potrà prescrivere la terapia da seguire o suggerire di procedere, se necessario, con la linfadenectomia, ovvero l’intervento chirurgico di asportazione di alcuni linfonodi. In altri casi, valuterà se procedere con la radioterapia o con la chemioterapia.