Questa mattina, a Trieste, è stata effettuata una nuova perquisizione della casa di Sebastiano Visintin, nell’ambito dell’inchiesta sul delitto della moglie, la pensionata 63enne Liliana Resinovich, come ci fa sapere Il Piccolo online. Ma su cosa si sono basati gli accertamenti?
I poliziotti, su disposizione della pm Ilaria Iozzi, titolare del fascicolo, hanno passato al setaccio l’appartamento di via Verrocchio, in cui Sebastiano e Liliana vivevano e da cui lei si è allontanata il 14 dicembre mattina, concentrandosi su tutti i macchinari. E’ stato fatto un approfondimento sul consumo di energia elettrica degli stessi e su tutto il materiale che il vedovo in genere usa per affilare i coltelli.
Dopo la perquisizione dello scorso 9 aprile, nel corso del quale sono stati portati via un maglione di colore giallo, un paio di guanti in pile e oltre 700 arnesi tra coltelli, forbici e cesoie, stamattina si è avuta la seconda perquisizione dell’abitazione di Visintin, attualmente indagato per il delitto della moglie.
La Procura ha deciso di effettuare delle nuove verifiche su quanto dichiarato da Sebastiano. L’uomo, lo ricordiamo, ha detto di aver lavorato come arrotino nella mattinata del 14 dicembre 2021, nel laboratorio di via Donadoni, che attualmente non è più nella sua disponibilità. Questo è ciò che Visintin, a suo dire, ha fatto proprio al mattino della scomparsa di Liliana.
Gli agenti della Squadra Mobile, della polizia scientifica e due consulenti della Procura hanno preso parte alla perquisizione e presto potremmo già avere le prime informazioni riguardanti il materiale recuperato e le prime ipotesi che gli inquirenti si sono fatti. Seguiranno ulteriori aggiornamenti che, come sempre, saremo pronti a fornirvi, con la speranza che la svolta sul caso sia vicina.