
Il caso di Liliana Resinovich, la 63enne scomparsa da Trieste il 14 dicembre 2021 e ritrovata senza vita il 5 gennaio 2022 nel parco di San Giovanni, ha recentemente registrato una svolta significativa. La Procura ha appena preso una decisione che segna un nuovo capitolo nelle indagini.​
Sebastiano Visintin, marito di Liliana Resinovich, risulta ufficialmente indagato per il delitto della moglie. La notte tra l’8 e il 9 aprile 2025, la Polizia di Stato ha effettuato una perquisizione nell’abitazione di Sebastiano Visintin, marito di Liliana Resinovich, su disposizione della PM Ilaria Iozzi.
Sul corpo sono state trovate un’impronta e un filo chiaro, e da casa di Visintin sono stati sequestrati 700 oggetti taglienti potenzialmente usati per tagliare il cordino, oltre a maglie e guanti compatibili con tracce pilifere presenti sul corpo. Visintin, ex arrotino, possedeva un laboratorio con strumenti anche di clienti.

Sono stati individuati 15 tra capelli e peli che richiedono ulteriori accertamenti, forse legati a terze persone. Accanto al cadavere è stata trovata anche una bottiglietta. Un dettaglio importante è un filamento giallo lungo 2 cm trovato sul polsino della maglia di Liliana, simile a un maglione giallo sequestrato. Inoltre, un paio di guanti verranno confrontati con la trama di tessuto rinvenuta su uno dei sacchi neri grazie a luci forensi.
Claudio Sterpin, l’uomo con cui Liliana voleva andare a vivere, accusa Visintin: “Sapeva tutto, Liliana è stata eliminata perché voleva andarsene”. Le indagini sono ancora in corso e si attendono i risultati delle nuove perizie tecniche. Il fratello di Liliana, Sergio Resinovich, ha espresso sollievo per l’iscrizione di Visintin nel registro degli indagati, auspicando che venga fatta giustizia.