
Le sorti di Alessandro Venturelli tengono in apprensione non solo la famiglia e gli amici del ragazzo, scomparso cinque anni fa, ma tutti noi che, a mezzo televisivo e stampa, stiamo seguendo il suo caso, tornato ieri, in primo piano, nello studio di Chi l’ha visto?, appuntamento imperdibile per i telespettatori di Rai 3, che ha avuto la mamma di Venturelli come ospite.
Ed è arrivata una notizia… una notizia che fa sperare che al figlio non sia accaduto nulla di grave. L’obiettivo si stringe su Torino, la città dove una singola segnalazione si è trasformata in una catena incredibile di solidarietà e di possibili avvistamenti. Questa ondata di attenzione è un casus belli che la madre non provava da tempo: “Cerco di rimanere calma – ha spiegato, con la voce appena tremante – ma la speranza c’è. Non ho mai ricevuto tante segnalazioni come negli ultimi giorni”. Un velo di normalità si posa su un dramma in corso da troppo tempo, ma proprio in quella normalità si annida il segno che il figlio è vivo e sta cercando un modo per stare bene.
La narrazione di un ragazzo giovane, gentile, che si muove in una grande città: un’immagine dolorosa e al tempo stesso assurda, che spinge la madre a non mollare. Chi ha visto Alessandro Venturelli in questi giorni, dunque, ha acceso una fiamma che non può essere spenta, e che ora attende solo l’epilogo. Che cosa hanno raccontato i testimoni, in quei precisi angoli di Torino, e perché l’appello della madre si è rivelato così efficace? Il flusso di informazioni non si è arrestato, trasformando i giorni di angoscia in ore di febbrile attesa. La prima scintilla è arrivata da una signora che, nei giorni scorsi, avrebbe riconosciuto il giovane nei pressi della fermata del tram ‘Corte d’Appello’ a Torino. A questa ne sono seguite molte altre, confermando un dato: la ricerca deve concentrarsi ora sulla città piemontese. In questo contesto di ritrovata speranza, riemergono i fotogrammi del giorno della scomparsa, quel 5 dicembre 2020 in cui Alessandro lasciò la casa. Le telecamere di videosorveglianza domestica ripresero gli ultimi, disperati momenti, con il padre che provava a trattenerlo, a impedirgli di allontanarsi.

Oggi, l’immagine che i torinesi stanno fornendo è quella di un ragazzo educato e corretto. Un dato concreto, emerso dalla catena di solidarietà, è che il giovane avvistato in strada chiederebbe cibo più che denaro.“Io ci rivedo il mio Alle” ha affermato Roberta Carassai in televisione, riconoscendo il carattere del figlio in questa descrizione. Nonostante la Procura avesse presentato una richiesta di archiviazione per il caso, la battaglia della madre per non far spegnere i riflettori non si è mai fermata.
Proprio per questo, il momento più teso della trasmissione è stato l’appello diretto, una promessa incondizionata al figlio: “Vorrei dirti, Alessandro, che io e papà non siamo arrabbiati e siamo pronti a rispettare ogni tua scelta”. Il solo desiderio della famiglia è avere una prova che stia bene e offrirgli un aiuto a 360 gradi, senza giudizio. Nonostante il grande dolore accumulato in cinque anni, l’enorme catena d’affetto e di solidarietà trovata in questi giorni è la forza che spinge la madre, accompagnata dal suo avvocato Claudio Falleti, a continuare la ricerca.