Legge 104, cambia tutto dal primo gennaio 2026: "24 mesi per…" (2 / 2)

La risposta è arrivata con la forza di una marea attesa. La svolta concreta, introdotta nel quadro della Legge 104, ha cancellato la clausola di esclusività che per troppo tempo aveva ristretto il campo d’azione. Dal meccanismo si è eliminata la figura del referente unico, liberando un potenziale di cura inestimabile.

Oggi, per la stessa persona con disabilità, non è più un solo familiare a poter usufruire dei tre giorni mensili di congedo retribuito, ma più soggetti in via alternativa. Si aprono finalmente le porte alla condivisione di un compito che è, per sua natura, collettivo. I familiari che possono accedere a questo diritto cruciale sono il coniuge o il convivente, i partner dell’unione civile, i genitori, i parenti e gli affini entro il secondo grado. Solo in assenza di questi, o in caso di loro grave mancanza, il cerchio si allarga fino al terzo grado di parentela, garantendo così la massima copertura possibile per l’assistito.

Tra gli strumenti più rilevanti introdotti dalla Legge 106/2025 , però,  figura la possibilità di usufruire di un congedo straordinario non retribuito della durata massima di 24 mesi. Il periodo può essere utilizzato in modo continuativo oppure frazionato, in base alle esigenze personali e cliniche del lavoratore.Durante il congedo, il rapporto di lavoro rimane sospeso ma il posto è garantito.

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Non è prevista la maturazione della retribuzione né la possibilità di svolgere altre attività lavorative. I mesi di assenza non concorrono inoltre al calcolo dell’anzianità di servizio e della pensione, salvo che il lavoratore scelga di riscattare autonomamente i contributi, sostenendone i costi.

Si tratta di una misura che offre una tutela sostanziale nei momenti più critici della patologia: il lavoratore può concentrarsi sulle terapie e sul recupero senza il timore di una rottura definitiva del legame occupazionale, mantenendo aperta la prospettiva di un rientro.Senza ombra di dubbio,  per chi è alle prese con severe patologie delle persone care, sapere  di avere un po’ di tempo in più,  se lavoratore, senza arrancare, è già tantissimo.