Le indagini del terribile incidente avvenuto a L’Aquila, dove un’auto ha travolto alcuni bambini che stavano giocando nel cortile dell’asilo, continuano senza sosta.
Sono 6 i piccoli investiti dalla vettura: uno di loro, il piccolo Tommaso, è morto; un altro è in gravi condzioni in ospedale, mentre altri 4 sono rimasti feriti.
Cosa è emerso finora
La donna che era alla guida fino a pochi minuti prima, è stata iscritta nel registro degli indagati per omicidio stradale. Aveva parcheggiato l’auto, lasciando a bordo un minorenne, per andare a prendere gli altri figli, 2 gemellini, a scuola.Accompagnato dalla madre indagata, il ragazzino 11enne rimasto a bordo della Volkswagen Passat nella giornata terribile di mercoledì 18 maggio, è stato interrogato dalla polizia.
Queste le sue parole: “Non ho toccato niente”. Nonostante questo, la vettura è partita e lui ha cercato di fare di tutto per evitare la tragedia, seppur invano perchè la vettura, come sappiamo, si era “sfrenata” e, dopo aver sfondato un cancello, ha investito i piccoli, uccendo Tommaso, di soli 4 anni. Il minore è stato ascoltato nella serata di quel tragico giorno in presenza di uno psicologo negli uffici della squadra mobile della Polizia.
La donna indagata, dal suo canto, in una delle prime dichiarazioni ha detto: “Sono sicura di aver inserito la marcia e di aver lasciato la macchina in pianura”. Improvvisamente il mezzo si è messo in movimento e ha sfondato la recinzione dell’asilo, travolgendo i piccoli. Dalla perizia in corso sul mezzo, è emerso che il freno a mano era elettronico e non manuale come precedentemente ipotizzato.
Nelle more delle verifiche procedurali, la procura ha nominato alcuni consulenti. Lo scopo è comprendere se il freno, del tipo a pulsante, fosse stato innescato dalla madre prima di scendere oppure no. Il varco cognitivo è quello per cui anche un comando errato di blocco resta in memoria. L’eventuale responsabilità della madre dipenderà proprio da quella perizia.