Giorgia Meloni ha parlato all’Assemblea dell’ONU dei 56 scontri in corso nel mondo, ponendo l’accento sulla gravità dello scenario geopolitico internazionale, con un discorso che, in men che non si dica, ha fatto il giro del mondo mediante i mass media, supportati dai social.
La nostra premier, difatti, ha dichiarato che questo è il numero più alto dal secondo scontro mondiale, un mondo molto diverso da quello nato con l’ONU con l’obiettivo di mantenere la pace, ci siamo riusciti. La risposta è nella cronaca ed è impietosa.
La Meloni ha criticato aspramente l’architettura dell’ONU, chiedendo di rivedere le convenzioni per migrazione e asilo. “Oh Giorgia, è necessaria una riforma, dal momento che pace, dialogo e diplomazia non riescono più a vincere.” La Meloni ha tirato in ballo anche Papa Francesco sulla terza guerra mondiale “combattuta” a pezzi.
Ha citato Papa Bergoglio definendolo “il più italiano dei Santi” e ripetendo la sua frase celebre: “I combattimenti difficili sono riservati solo a chi ha un coraggio esemplare, credo che sia arrivato il tempo di mostrare quel coraggio”. La Meloni ha ricordato che gli scontri in Ucraina e a Gaza sono stati quelli più allarmanti, in cui la Russia ha deliberatamente calpestato l’articolo due della Carta dell’ONU e ancora oggi non si mostra disponibile a sedersi al tavolo della pace con effetti destabilizzanti.
La premier ha rimarcato come lo scontro tra Kiev e Mosca abbia riacceso diversi altri focolai di crisi, spendendo delle parole su Israele “che deve uscire dalla trappola di questo scontro. E lo deve fare per la storia del popolo ebraico, per la sua democrazia, per gli innocenti, per i valori universali del mondo libero di cui fa parte. E per chiudere uno scontro servono soluzioni concrete. Perché la pace non si costruisce solo con gli appelli o con proclami ideologici accolti da chi la pace non la vuole. La pace si costruisce con pazienza, con coraggio, con ragionevolezza”.