La trombosi venosa profonda, cos’è e come riconoscerla

In questo articolo vi aiuterò a conoscere questa patologia veramente molto frequente, analizzeremo i fattori di rischio, le cause fisiopatologiche e come riconoscere i sintomi.

La trombosi venosa profonda, cos’è e come riconoscerla

La trombosi venosa profonda (TVP) consiste nella formazione di coaguli di sangue, in gergo tecnico chiamati trombi, all’interno delle vene profonde degli arti inferiori, le vene delle gambe infatti sono le più colpite da questa condizione. Questi trombi di sangue coagulato essendo solidi e stando all’interno di un vaso rallentano, fino in qualche caso a ostruire, la circolazione di sangue, con la conseguente sofferenza delle strutture anatomiche a monte dell’ostruzione che non ricevono più sangue. 

Quali sono i fattori di rischio. Essi sono: prolungata immobilizzazione (ad esempio un allettamento successivo ad un ricovero per fratture ossee);  familiarità e presenza di difetti genetici della coagulazione (trombofilia); recenti viaggi aerei o con altri mezzi di lunga distanza che determinano immobilità per molto tempo e quindi non si riattiva la circolazione alle gambe; uso di contraccettivi orali, soprattutto durante il primo anno di assunzione; gravidanza, obesità e sedentarietà.

I sintomi principali che caratterizzano questa patologia sono semplici da riconoscere, tutti concentrati nell’arto interessato. Sono:

  • Zona della gamba interessata calda e gonfia rispetto alla gamba collaterale
  • Dolore in quella zona
  • Intorpidimento dell’arto
  • Vena visibilmente dura e/o gonfia
  • Tachicardia ed emicrania persistente

In presenza di questi sintomi e se ci si riconosce nei fattori di rischio è necessario informare il proprio medico che vi indirizzerà verso la risoluzione del problema, non vanno assolutamente ignorati o sottovalutati perchè la trombosi venosa profonda può determinare, in casi rari, la morte. Le conseguenze di questa condizione dipendono da che fine fa il trombo di sangue che si è formato, questo nella maggior parte dei casi può sciogliersi autonomamente,  oppure aumentare di dimensioni e frammentarsi. I piccoli frammenti generatisi dalla sua rottura, chiamati emboli, possono essere trasportati dal sangue fino al cuore, che li spinge nelle arterie polmonari, provocando l’embolia polmonare mettendo a rischio la vita del paziente.

L’eliminazione dei fattori di rischio è la strategia preventiva su cui possiamo agire, fare attività fisica quotidiana almeno una camminata di 1 ora se non si riesce a fare altro, mantenere uno stile alimentare adeguato, prevenire l’obesità, smettere di fumare. Per quanto riguarda i lunghi viaggi è importante che ogni mezzora oppure ogni ora ci si alzi dal sedile, ci si sgranchisca le gambe e si faccia una camminata per riattivare il circolo.

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