La patologia causata dalla stress: "Favorisce la riattivazione del virus" (2 / 2)

Molti pensano che aver contratto la varicella da bambini significhi esserne immuni per sempre. In realtà il virus responsabile, il Varicella-Zoster, può rimanere “dormiente” per anni nei gangli nervosi e riattivarsi improvvisamente in età adulta sotto forma di fuoco di Sant’Antonio (o herpes zoster).

Si tratta di una patologia caratterizzata da un’eruzione cutanea dolorosa che compare solitamente su un solo lato del corpo – in particolare busto, collo o volto – e che può durare dalle due alle tre settimane. Il termine “fuoco” rende bene l’idea del bruciore intenso e del dolore urente che accompagna le vescicole tipiche della patologia.

È una sorta di recidiva della varicella: secondo le statistiche, circa il 10% di chi ha avuto la malattia infantile sviluppa lo zoster nel corso della vita. Il contagio può avvenire tramite contatto diretto con le vesciche: è dunque bene evitare di esporsi se non si è immunizzati o se si è in condizioni di fragilità. I sintomi iniziali comprendono rossore, bolle piene di liquido, febbre, mal di testa, brividi, debolezza e prurito, ma il segno più distintivo resta il dolore nevralgico, che può persistere anche dopo la guarigione (nevralgia post-erpetica).

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Le complicanze, seppur rare, sono da non sottovalutare, soprattutto quando l’eruzione interessa aree sensibili come orecchio, bocca o occhi: in questi casi possono verificarsi perdita dell’udito, problemi di equilibrio o danni permanenti alla vista. Alla base della riattivazione del virus c’è spesso un calo delle difese immunitarie legato a stress psico-fisico, uso di farmaci immunosoppressori o patologie come tumori e HIV.

La diagnosi è generalmente clinica, basata sull’aspetto dell’eruzione. Non esiste una cura risolutiva, ma antivirali, analgesici e antinfiammatori, se assunti precocemente, aiutano ad attenuare i sintomi e abbreviare l’evoluzione. Utile anche l’applicazione locale di gel a base di cloruro d’alluminio per seccare le vescicole.