E’ successo nella casa circondariale di Velletri, dove un detenuto di nazionalità tunisina è stato ritrovato senza vita nella propria cella. Il deceduto, di cui al momento non sono note le generalità , sarebbe stato eliminato dal suo compagno di cella con gravi problemi di natura psichica.
A denunciare l’accaduto l’Unione Sindacati Polizia Penitenziaria, che parla di ennesimo episodio evitabile. Il quadro clinico del colpevole, un cittadino italiano, era già piuttosto chiaro e aveva continuato a manifestare segni di squilibrio in un’escalation di aggressività .
Per il sindacato la situazione di questo detenuto non era affatto compatibile con la realtà dietro alle sbarre, ma sarebbe stato più opportuno affidarlo a strutture che gli offrissero le cure necessarie. Intanto la procura di Velletri ha già aperto un’inchiesta proprio per fare luce su questi aspetti. Occorre chiarire per quale motivo il detenuto con problemi psichici sia stato ritenuto indoneo a tornare nella casa circondariale dopo aver trascorso diversi mesi presso il reparto psichiatrico dell’ospedale Sandro Pertini.
Intanto il segretario regionale dell’USPP, Daniele Nicastrini, si esprime così sulla vicenda: “La responsabilità della politica sorda ad un reale problema! Lo avevamo annunciato con le aggressioni agli agenti di queste settimane, che la situazione carceraria Laziale vive all’estremo della tollerabilità , oggi dobbiamo purtroppo denunciare il triste epilogo di una fine annunciata, un detenuto italiano con gravi problemi psichiatrici, già resosi in tutta la regione attore di altrettante aggressioni, ha fatto fuori il suo compagno di cella”.
Conclude poi mettendo in evidenza il fallimento totale di alcune decisioni della politica: “Purtroppo, gestire soggetti con gravi disturbi psichiatrici all’indomani nel 2013 della chiusura degli OPG per il loro trattamento sostituiti dalle REMS sono stati un fallimento totale della politica”.

