
Il decreto firmato dal Tribunale per i Minorenni di L’Aquila ha risposto al sospeso: i tre minori, per i quali era già in atto la sospensione della potestà genitoriale, sono stati allontanati e inseriti in una comunità protetta. Per fortuna dei bambini, è stata concessa un’attenuante fondamentale: la madre potrà rimanere con loro all’interno della struttura, garantendo una parziale continuità affettiva.
I genitori hanno sempre ribadito che la loro decisione di vivere in simbiosi con il bosco non era frutto di negligenza, ma l’espressione di un profondo desiderio di vivere a contatto con la natura.
Nonostante questo, la macchina giudiziaria ha preso la sua direzione. E proprio quando la battaglia sembrava incanalarsi in una contrapposizione totale, è arrivato un inatteso colpo di scena.

Secondo quanto dichiarato dal dimissionario avvocato Giovanni Angelucci, che fino ad ora ha seguito la famiglia, la stessa ha fatto una clamorosa retromarcia in queste ore, dichiarando la piena disponibilità ad accettare i test psicologici e le valutazioni richieste dal Tribunale. Una svolta collaborativa per dimostrare la loro idoneità . L’avvocato ha sottolineato l’ottima integrazione dei ragazzi: “Da quando i ragazzi sono entrati nella casa famiglia hanno socializzato con tutti i suoi ospiti, bambini e adulti”
Quella di Palmoli non è l’unica storia di “neo-rurali” finita in tribunale: un caso quasi fotocopia, anni fa, aveva visto protagonisti Daryl John Singleton e Jodie Marie a Furci, sempre nel Chietino. Anche loro, sotto la pressione di una situazione legale simile, scelsero alla fine di abbandonare la loro abitazione boschiva e tornare in Inghilterra. La famiglia nel bosco ha riferito che questa sarà la loro ultima scelta e decideranno il da farsi seconda di come maturerà la situazone.