L’estate porta con sé un aumento significativo dei casi di virus West Nile in Italia, con un’attenzione crescente in diverse regioni del Paese. Particolarmente colpito è il Veneto, dove la situazione viene considerata ad alto rischio: qui, infatti, si registra il primo caso umano della stagione nella provincia di Padova, che ha portato le autorità sanitarie a dichiarare la zona rossa.
Le province di Rovigo e Venezia, dove il virus è stato individuato solo nella fauna selvatica, sono invece state classificate come zona gialla. Nel dettaglio, il secondo caso confermato nel territorio veneto riguarda un uomo di 67 anni di Cavarzere, attualmente ricoverato a Padova. L’uomo, già affetto da patologie croniche, ha mostrato sintomi tipici del virus: febbre alta, mal di testa, debolezza muscolare e confusione mentale.
La diagnosi ha attivato immediatamente una serie di interventi ambientali urgenti, con ispezioni mirate in fossati, caditoie e zone umide per individuare e neutralizzare i focolai larvali delle zanzare vettori. A supporto della sorveglianza, l’Istituto Zooprofilattico delle Venezie ha attivato una rete di 57 trappole sparse sul territorio regionale, escludendo solo la provincia di Belluno.
I dati finora raccolti confermano una circolazione virale attiva, che interessa tanto le aree urbane quanto le zone rurali. Anche altre regioni, tra cui Lazio e Campania, sono sotto stretto monitoraggio. Il Ministero della Salute ha rassicurato la popolazione, sottolineando che la situazione è sotto controllo e ricordando che il virus non si trasmette tra esseri umani.
Tuttavia, è fondamentale mantenere alta l’attenzione. Una circolare ministeriale invita medici e pediatri a prestare particolare cura nell’individuazione dei sintomi dell’infezione: febbre persistente, cefalea, dolori muscolari e, nei casi più gravi, disturbi neurologici. I cittadini sono intanto chiamati a seguire scrupolosamente le misure preventive, come l’uso di repellenti, abiti protettivi e zanzariere, soprattutto per proteggere anziani e soggetti fragili, più esposti alle complicazioni del virus.