Italia in lutto, è deceduto poco fa il famoso giornalista (2 / 2)

Secondo quanto si apprende dalla stampa nazionale è venuto improvvisamente a mancare un notissimo giornalista italiano. Si trattava di una personalità molto importante che a dato tantissimo al nostro Paese e non solo.

Stiamo parlando di Alberto Stabile. Il giornalista del giornale “L’Ora” di Palermo, poi firma storica di “la Repubblica”, si è spento all’età di 75 anni proprio poco fa. A darne notizia sono stati i suoi famigliari che hanno appunto informato come il loro congiunto sia appunto scomparso.

Il cronista nato a a Trapani nel 1947 ha avuto una grandissima carriera. Laurato in giurisprudenza aveva poi intrapreso la carriera di giornalista lavorando appunto prima a livello locale e diventando un volto di punta della cronaca italiana. Una persona che mancherà davvero  a tutti i suoi colleghi e famigliari.

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Ben voluto da tutti Stabile era un cronista attento e scrupoloso. Ha raccontato tutti i fatti più importanti avvenuti nel nostro Paese con discrezione e professionalità. “La notizia che temevamo è arrivata nelle prime ore del mattino di oggi 8 luglio, una data già gravida di pesanti ricordi, a Palermo. Da alcuni mesi aveva ingaggiato la battaglia più difficile contro una di quelle malattie che non ti lasciano alcuna certezza, ti affidano alla speranza che la scienza sia più forte del male. Talvolta avviene, in questo caso no” – ha scritto “L’Ora edizione straordinaria”.

Nelle prossime ore potremo conoscere di più circa la dipartita del povero cronista che da tutti viene ricordato in queste ore. “A un certo punto della mia vita, da giovane (all’epoca) cronista di periferia, mi sono ritrovato a guidare un settore fondamentale del giornale per cui lavoro da quasi 35 anni. Ezio Mauro volle che andassi agli Esteri, malgrado io per tutta la vita mi fossi occupato di tutt’altro. Io che parlavo di politica estera con Valli, Zucconi e tanti altri? E vabbè, per fortuna c’era Alberto Stabile, il più grande esperto di Medio Oriente ma palermitano come me. E così, alla fine, con zio Alberto alle spalle, mi sentivo più protetto” – questo il ricordo del collega Lucio Luca.