Sotto un cielo che si faceva sempre più freddo, l’aria di novembre ha portato con sé il peso di un’attesa nazionale. Il campo non era solo un rettangolo verde, ma il crocevia cruciale per l’accesso al grande palcoscenico del Mondiale 2026. Il ronzio delle aspettative è stato sin da subito palpabile, amplificato dalla necessità di riscattare il passato.
La Nazionale italiana è scesa in campo con un unico obiettivo in mente: una vittoria indispensabile per mantenere viva la flebile speranza di una qualificazione diretta. Dopo novanta minuti intensi, l’obiettivo immediato è stato centrato. L’Italia ha superato la Moldavia in una partita che, sul piano dei punti, le ha permesso di salire a quota 18 in classifica.
Un sospiro di sollievo ha percorso gli spalti, il lavoro sembrava compiuto.Tuttavia, nel mondo del calcio, la gioia è spesso un velo fragile. Un silenzio quasi innaturale è calato sui festeggiamenti, un momento di sospensione in cui lo sguardo si è spostato, inesorabilmente, verso gli altri risultati del girone.

La rincorsa si è scontrata con un dato numerico difficile da digerire. I calcoli, spietati, hanno rivelato la fredda verità . Nonostante l’esito positivo della gara, il cammino non si è affatto spianato: il sogno di staccare subito il biglietto per il 2026 dovrà passare attraverso una strada ben più tenebrosa e incerta.
Nei prossimi paragrafi vediamo quindi che cosa dovrà accadere e che dovrà fare anche l’Italia per qualficarsi ai Mondiali 2026.