Nel Trapanese, la tubercolosi, che in molti pensavano di aver accantonato da tempo, è tornata ad affacciarsi e ha colpito 11 persone, coinvolgendo interi nuclei familiari e persone che hanno contatti, nel quotidiano, tra loro, compresi ambienti scolastici e strutture comunitarie. Tra tutti i casi di questa patologia individuati, il più critico è quello di una neonata di appena nove mesi, attualmente ricoverata in condizioni delicate. Tutto è partito quando un giovane di Alcamo, il 25 luglio, ha ricevuto la diagnosi di tubercolosi. Per capire da dove sia partito il contagio, è scattata un ’indagine epidemiologica approfondita ed è emerso che uno dei figli frequentava una struttura d’accoglienza della zona.
Questo ha portato ad effettuare ulteriori controlli ed è emerso che altri sei soggetti sono risultati positivi, facendo salire a 11 i contagiati, che sono trattati con antibiotici specifici. Si punta ad arginare rapidamente un focolaio che ha già messo a dura prova l’intera comunità, riflettendo sul fatto che la tubercolosi, infezione che si trasmette per via aerea, soprattutto in ambienti chiusi o affollati, è un’emergenza, tutt’altro che risolta.
Il batterio può essere diffuso tossendo, starnutendo, parlando, ragion per cui è fondamentale l’isolamento dei casi attivi. Tra i sintomi più comuni si segnalano tosse persistente, febbre, sudorazioni notturne, perdita di peso e spossatezza, mentre nei casi peggiori comprare l’ emottisi (tosse con sangue). Per fortuna, al giorno d’oggi la cura esiste ed è efficace, ma richiede tempo e costanza.
La terapia antibiotica, infatti, dura almeno sei mesi e deve essere seguita alla lettera, seguendo i consigli medici.Dato che prevenire è meglio che curare, il contagio può essere evitato adottando semplici regole igieniche, comportamentali, di buon senso e decorso. In presenza di tosse persistente, occorre evitare luoghi chiusi e affollati; quando si starnutisce occorre coprire bocca e naso, rivolgersi tempestivamente al medico. I contatti stretti con un positivo vanno monitorati con test specifici come la prova di Mantoux o l’esame IGRA, affiancati da una radiografia toracica.
Chi si trova nel territorio alcamese e teme di essere stato contagiato, deve rivolgersi al Dipartimento di Prevenzione dell’Asp o al proprio medico curante per ricevere informazioni o attivare i controlli necessari. Nonostante le campagne di sensibilizzazione, la tubercolosi resa una minaccia da non sottovalutare, soprattutto quando colpisce ambienti ad alta densità e persone vulnerabili. L’auspicio è che il rapido intervento delle autorità riesca a contenere l’infezione prima che si trasformi in un’epidemia su vasta scala.