L’assenza di freddo intenso e di nevicate significative ha reso questo inizio d’anno piuttosto anomalo, alimentando il dibattito sui cambiamenti climatici e sulle loro ripercussioni a lungo termine. Un primo segnale di cambiamento è arrivato giovedì 30 gennaio, quando si è registrato un lieve calo delle temperature e le prime nevicate sulle montagne di Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria, a partire dai 900-1000 metri di quota.
Sebbene le precipitazioni siano state modeste, hanno portato un po’ di sollievo agli amanti della neve e agli operatori turistici, che finora avevano affrontato una stagione invernale insolitamente mite. Anche l’Appennino settentrionale ha visto un ritorno della neve sulle cime più alte, mentre in pianura la situazione è rimasta prevalentemente asciutta.
Le anomalie climatiche di questo periodo si inseriscono in una tendenza ormai consolidata: inverni sempre meno rigidi, caratterizzati da fenomeni atmosferici imprevedibili e localizzati. La scarsità di neve, ad esempio, incide negativamente sull’economia delle località sciistiche, che fanno affidamento sulle precipitazioni per garantire una stagione turistica stabile.
Mentre la neve torna timidamente sulle montagne, resta da vedere se l’inverno riserverà sorprese o continuerà con questa tendenza. Ciò che appare certo è che il clima sta cambiando e con esso il nostro modo di vivere le stagioni, ricordandoci quanto sia importante non dare per scontato il naturale equilibrio meteorologico.
E’ di questi minuti la nuova allerta meteo che è stata diramata in Italia. Attesa una vasta perturbazione che potrebbe creare numerosi disagi in vaste zone del territori. Pronta ad intervenire anche la Protezione Civile. Quali sono le regioni interessate? Scopriamolo nella pagina successiva.