Il cielo sopra il nostro Paese non concede tregua, trasformandosi in una coltre grigia che riversa fiumi d’acqua su una terra già provata. In questo scenario di attesa sospesa, il ritmo della vita quotidiana si è spezzato, sostituito dal rumore incessante della pioggia che batte contro i vetri delle finestre.
Le strade, solitamente animate dal passaggio delle auto, appaiono ora come letti di torrenti in potenza, mentre l’umidità penetra fin dentro le mura delle case. C’è un senso di minaccia che corre lungo gli argini, una vibrazione che i residenti della provincia bolognese hanno imparato a riconoscere fin troppo bene negli ultimi tempi.
L’atmosfera si è fatta pesante, carica di una tensione invisibile che avvolge i centri abitati vicino ai corsi d’acqua. Ogni sguardo è rivolto al livello dei fiumi, che cresce con una velocità che toglie il fiato, trasformando semplici canali in giganti pronti a risvegliarsi. Precisamente in una famosa località, il velo della normalità è stato definitivamente strappato quando le autorità hanno iniziato a percorrere le vie con gli altoparlanti.

Non è più tempo di monitorare, ma di agire con urgenza, mentre il suono delle sirene inizia a tagliare l’aria densa di pioggia.Il pericolo ha un nome preciso e scorre a pochi metri dalle abitazioni, portando con sé la forza d’urto di una natura che reclama i propri spazi.
Il fango inizia a lambire i primi giardini, segnando il confine tra la sicurezza e l’imminente emergenza che sta per travolgere il quartiere.Tutto è cambiato in pochi istanti, trasformando un pomeriggio di vigilia in una corsa contro il tempo per mettere in salvo ciò che conta davvero. Ma è proprio mentre il buio della sera inizia a calare che la situazione prende una piega drammatica, obbligando a una decisione che nessuno avrebbe voluto sentire.