Le patologie di tipo endocrinologico sono riconosciute attraverso anomalie e disfunzioni riscontrate nel nostro corpo attraverso gli esami medici. Quando si parla di iperaldosteronismo, ci si riferisce a una condizione, molto rara, in cui i surreni producono una quantità maggiore di aldosterone. Come conseguenza si abbasserà il livello di renina.
I surreni sono due piccole ghiandole piramidali che si trovano nella parte superiore dei reni. L’aldosterone, invece, è un ormone steroideo prodotto dalle ghiandole surrenali (corteccia surrenale); questo è controllato dal sistema renina-angiotensina e dall’ACTH (ormone adrenocorticotropo). La sua funzione è regolare la quantità di liquidi extracellulari, i livelli di sodio e di potassio ed alzare la pressione del sangue quando serve. Il primo segnale di un’anomalia è dato da un calo della pressione arteriosa.
La patologia si divide in due categorie; i sintomi riferiti ad essa possono essere differenti così come le cause.
Scopriamo di cosa si tratta, quali sono i sintomi principali e le cause.
Cause e tipologie di iperaldosteronismo
L’iperaldosteronismo può essere di due tipi: primario o secondario. La differenza tra le due tipologie dipende dalla causa che provoca l’anomalia. Questa patologia interessa soprattutto le donne con un’età compresa tra i 30 ed i 50 anni.
Si parla d’iperaldosteronismo primario quando l’anomalia è causata dalle ghiandole surrenali che producono l’aldosterone. Un esempio è un tumore (adenoma) che determina l’aumento del livello di aldosterone. Noto anche come Sindrome di Conn, questo tipo è dovuto anche a iperplasia nodulare congenita di Tipo I e Tipo II delle surrenali.
E’ iperaldosteronismo secondario quando l’anomalia è conseguenza di un’altra patologia. In questo caso, la causa va ricercata nell’iperattività del sistema renina-angiotensina. Altre cause sono l’iperplasia fibromuscolare, la stenosi renale, un tumore. A queste si aggiungono cirrosi, gravidanza, ipertensione arteriosa, tumori, sindrome nefrosica, sindrome di Bartter.
Sintomi
I sintomi che possono fare supporre un iperaldosteronismo sono molti. Tuttavia spesso non sono evidenti o riconducibili alla patologia. Sebbene si tratti di tipologie differenti, i sintomi quando sono manifesti sono compatibili gli uni con gli altri.
I principali sono l’ipertensione, l’abbassamento del valore del potassio e l’alcalosi. A questi si aggiungono come conseguenza le palpitazioni, l’aumento delle pulsazioni, le aritmie e le insufficienze cardiache, renali e circolatorie. Altri sintomi sono cefalea, emicrania malessere, debolezza e stanchezza generale, astenia, arsura. È evidente anche un aumento della diuresi e della minzione con conseguente bisogno di bere con più frequenza. Non è raro che chi ne soffre vomiti sangue.
In alcuni casi, la patologia può determinare anche spasmi e crampi muscolari, parestesie, poliuria, polidipsia e gonfiore al viso.
Le complicanze principali sono ictus, infarto miocardico, insufficienza renale e aritmie.
Come viene eseguita la diagnosi in caso di iperaldosteronismo
Per diagnosticare la patologia è necessario sottoporre il paziente ad alcuni test specifici. In particolar modo dovranno essere controllati i valori dell’aldosterone plasmatico (ALDO) e l’attività della renina plasmatica (PRA). Questo test è noto anche come “rapporto ALDO/PRA”.
Qualora il risultato del test sia positivo, e dimostri quindi che l’aldosterone è alto, si procederà con altri esami.
In particolar modo, verrà prescritto dal medico il test di inibizione (Test di carico salino e il Test con Captopril) e il test di stimolo (Test di deplezione sodica e il Test dell’ortostatismo). Per provare a normalizzare la pressione arteriosa si procede, invece, con il Test con Spironolattone.
Una volta confermata la diagnosi sarà necessario individuare la zona in cui ha sede la patologia. A tale scopo, il paziente sarà sottoposta a TAC addominale, scintigrafia e cateterismo delle vene surrenali (Adrenal Venous Sampling).
Cura e trattamento
Il trattamento dell’iperaldosteronismo dipende dalla sua tipologia e quindi dalle cause scatenanti.
Nel caso sia presente un tumore sarà necessario sottoporre il paziente ad un intervento chirurgico per asportarlo. Prima di procedere chirurgicamente, sarà però necessario normalizzare i livelli del potassio e la pressione arteriosa. La chemioterapia sarà necessaria in caso di metastasi a distanza.
In caso di carcinoma, la terapia medica e chirurgica è da considerarsi sono un palliativo.
Negli altri casi, invece, si potrà procedere con una terapia farmacologica mirata ad abbassare il livello dell’aldosterone. Saranno prescritti farmaci antagonisti recettoriali dei mineralcorticoidi, potassio, anti-ipertensivi o ipotensivi.
Sarà utile anche cambiare stile di vita ed alimentazione. In ogni caso il medico richiederà al paziente di seguire una dieta iposodica.