
La stagione influenzale 2025 si annuncia particolarmente aggressiva. Con un picco atteso nel periodo natalizio, gli esperti lanciano un duplice allarme: da un lato la circolazione della variante K, dall’altro una bassissima adesione alle campagne vaccinali, nonostante i moniti iniziati già dall’estate. La variante K, attualmente predominante, mostra una contagiosità elevata e una capacità di adattamento che può eludere in parte le difese immunitarie.
Si diffonde facilmente, spesso veicolata dai giovani in ambito scolastico, diventando un rischio per i familiari, specialmente gli anziani. I suoi sintomi cardine, come spiegato dalla dottoressa Melania De Nichilo Rizzoli, sono un esordio brusco, febbre alta e la compresenza di un sintomo respiratorio (tosse, raffreddore) con uno sistemico (dolori muscolari, astenia intensa).
Un segno caratteristico è il “doppio picco” febbrile: dopo un calo iniziale, la temperatura può risalire dopo 48-72 ore. Per gestire la patologia, la dottoressa Rizzoli raccomanda la semplice regola delle “3 L”: Letto (riposo assoluto), Latte (dieta leggera e idratazione abbondante) e Lana (proteggersi dal freddo). Fondamentale è anche l’igiene rigorosa, a partire dal frequente lavaggio delle mani, barriera essenziale contro un virus che si trasmette anche per contatto diretto.

A commentare con preoccupazione la situazione è Matteo Bassetti, direttore di patologie Infettive al San Martino di Genova. Sulla sua piattaforma social X ha definito l’ondata “Flunami”, un incrocio tra influenza e tsunami. Il vero problema, sottolinea, è la scarsa propensione alla vaccinazione: “Si è vaccinato 1 italiano su 5. Ecco: 4 su 5 non lo sono“.
Bassetti ricorda che il vaccino, ampiamente e gratuitamente disponibile, resta lo strumento più efficace. “Se ci si ammala da vaccinati, lo si fa in forma molto meno grave“. E’ ancora questo il leit motiv che anima il celeberrimo infettivologo che, a distanza di 5 anni dalla pandemia Covid, continua a premere sulla vaccinazione. La risposta, tuttavia, non è quella attesa. C’è chi sostiene come i numerosi effetti avversi procurati dal vaccino anti Covid abbiano spezzato una narrazione a cui credono ormai in pochi.