Un incendio ha preso di mira il reparto di neonatologia di un ospedale pubblico nella città indiana di Jhansi, nello stato dell’Uttar Pradesh. Il bilancio è straziante: almeno dieci neonati hanno perso la vita. Avvenuto venerdì sera intorno alle 22:30 ora locale, ha coinvolto 54 bambini ricoverati nella struttura, gettando nello sconforto le famiglie e l’intera comunità .
Secondo le prime indagini, l’incendio è stato provocato da un cortocircuito nel reparto, situato in un ospedale costruito nel 1968. Nonostante l’intervento rapido del personale e dei soccorritori, 16 neonati versano in condizioni critiche a causa dell’intenso calore e del fumo inalato. Le autorità locali hanno già identificato sette dei corpi, mentre tre restano senza nome, aumentando il lutto delle famiglie coinvolte.
Il vice ministro della salute dello stato, Brajesh Pathak, ha espresso profondo cordoglio, promettendo giustizia per i piccoli innocenti. Anche il primo ministro indiano, Narendra Modi, ha definito l’accaduto “struggente”, sottolineando la necessità di interventi immediati per migliorare la sicurezza nelle strutture sanitarie del Paese. “Prego affinché Dio dia la forza alle famiglie di affrontare questa perdita immensa”, ha dichiarato Modi.
Tre indagini ufficiali sono state avviate per accertare le responsabilità di questo evento: una da parte della sanità pubblica, una dalla polizia e un’altra di natura giudiziaria. Questo, infatti, riapre il dibattito sulla sicurezza negli ospedali indiani, dove troppo spesso si registrano carenze strutturali e di manutenzione.
Eventi come questo mettono in luce l’urgenza di un intervento sistemico. La mancanza di estintori funzionanti, di uscite di emergenza adeguate e di formazione del personale resta un problema diffuso. L’intero sistema sanitario indiano si trova ora a dover affrontare una grave crisi di fiducia, mentre le famiglie piangono i loro cari e chiedono risposte.